GIAVERA - In paese lo conoscono tutti. Gran lavoratore, bella famiglia, due figli. L’imprenditore agricolo apre il cancello di casa per spiegare cosa è accaduto la scorsa notte. «Non cerco attenuanti -dice - ho perso davvero la testa e mi vergogno di quello che ho fatto. Ma chi mi frequenta sa bene l’accoglienza che ho sempre dato agli animali. Ne ho tantissimi e li tratto sempre come meglio non posso. Ma controllare quella meticcia che ho raccolto dalla strada era davvero un’impresa impossibile. Non mi ha fatto chiudere occhio per notti intere al pensiero di quello che poteva causare andando continuamente in giro, attraversando la strada a motociclisti e auto. Io, mia moglie e i miei figli, siamo sempre riusciti a recuperarla e a riportarla al suo posto, ma non accettava costrizioni di alcun tipo. Ho anche chiesto l'aiuto dell'ufficio veterinario per trovare una soluzione, per avere dei consigli, senza mai ricevere risposte».
C’è un episodio però che ha segnato la vita di quest’uomo facendo in qualche modo da detonatore al raptus della notte scorsa: «Ero perseguitato dall’idea che a qualcun altro potesse accadere ciò che anni fa è successo a mio fratello, rimasto in coma per lunghissimo tempo a causa di un incidente stradale provocato da un cane che gli ha tagliato la strada. Non volevo che fosse uno dei miei animali a causare una sciagura del genere, ho già sofferto abbastanza. Detto questo, sono pentito del mio gesto, non lo rifarei più. Dopo aver sparato sono scappato e ho pianto come un bambino».
Ieri l’imprenditore ha ricevuto la visita dei carabinieri e degli operatori dell'ufficio veterinario e alla fine è stato denunciato a piede libero. «Adesso diventerò sicuramente il bersaglio degli animalisti. Mi attenderanno al varco. Io posso dire che adoro gli animali e che il mio gesto è stato inammissibile. E sono a pronto a prendermi tutte le responsabilità per quello che ho fatto».
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