Coronavirus, Cdm: divieto di entrata e uscita dalle zone dei focolai. Stop alle gite e si ferma lo sport. A Milano due casi

Coronavirus, due morti e 67 contagi. A Milano due casi. Cdm: sospese le gite in Italia e all'estero
Coronavirus, due morti e 67 contagi. A Milano due casi. Cdm: sospese le gite in Italia e all'estero
Sabato 22 Febbraio 2020, 09:29 - Ultimo agg. 23 Febbraio, 09:38
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Coronavirus, il governo ha varato un decreto legge per impedire le entrate e le uscite dalle zone dei focolai del virus. E poi stop alle gite in Italia e all'estero e si ferma lo sport in Lombardia e in Veneto, serie A di calcio compresa. Il premier Giuseppe Conte ha spiegato di aver adottato «un decreto legge con misure per il contenimento e la gestione dell'emergenza epidemiologica. Lo scopo è tutelare il bene della salute degli italiani. Nelle aree focolaio - ha detto il premier - non sarà consentito l'ingresso e l'allontanamento, salvo specifiche deroghe da valutare di volta in volta. In quelle aree è già stata disposta la sospensione delle attività lavorative e delle manifestazioni».

Aree focolaio presidiate da agenti e militari. Divieto di allontanamento e di ingresso nelle aree 'focolaio' del virus, dunque, che saranno presidiate dalle forze di polizia e, in caso di necessità, anche dai militari, con sanzioni penali per chi viola le prescrizioni. Stop alle gite scolastiche in Italia e all'estero, sospensione di tutte le manifestazioni pubbliche - a partire da tutte quelle previste per domani in Lombardia e Veneto, compresa la serie A - quarantena con «sorveglianza attiva» per tutti coloro che sono stati in contatto con casi confermati del virus. E ancora, chiusura di scuole, negozi e musei, stop a concorsi, attività lavorative private e degli uffici pubblici, fatti salvi i servizi essenziali, limitazione per la circolazione di merci e persone.

Il Consiglio dei ministri, al termine di una riunione fiume nella sede della Protezione Civile, approva un decreto con misure durissime per tentare di arginare il diffondersi del coronavirus dopo l'esplosione dei focolai in Lombardia e Veneto e il primo caso registrato in Piemonte. che ha portato il totale dei numeri a 76. «Abbiamo adottato un decreto per tutelare la salute degli italiani, che è quella che ci sta più a cuore e che nella gerarchia dei valori costituzionali è al primo posto» dice il premier Giuseppe Conte ripetendo più volte che gli italiani «devono avere fiducia» della politica e delle istituzioni scientifiche, che stanno facendo tutto il possibile.

Le misure di cui parla il presidente del Consiglio riguardano al momento i dieci comuni del lodigiano individuati già ieri, dove vivono oltre 50mila persone, e l'area di Vò Euganeo, in provincia di Padova. Saranno, a tutti gli effetti zone rosse: non si entra e non si esce. Non solo: all'interno delle zone focolaio «l'accesso ai servizi pubblici essenziali e agli esercizi commerciali per l'acquisto di beni di prima necessità - dice il decreto - è condizionato all'utilizzo di dispositivi di protezione individuale». E a tutti coloro che hanno avuto «contatti stretti con casi confermati» dovrà essere applicata la «misura della quarantena con sorveglianza attiva». Ma come si farà a far rispettare il divieto? Il decreto prevede che siano le forze di polizia a garantire «l'esecuzione delle misure» e, «ove occorra», si potrà ricorrere anche all'utilizzo dei militari.

«Il mancato rispetto delle misure di contenimento è punito ai sensi dell'articolo 650 del codice penale», che prevede una multa e l'arresto fino a 3 mesi. Misure pesantissime, dunque, che potranno essere estese anche ad altre aree nel caso fosse necessario. «Dobbiamo essere flessibili anche perché non è detto che le misure prese oggi siano utili domani» ha ammesso il premier. Non ci sarà, invece, la sospensione di Schengen, come aveva chiesto Matteo Salvini quando il governo ha informato l'opposizione delle misure che sarebbero state prese.

«Adotteremo sempre misure nel segno dell'adeguatezza e della proporzionalità. Ora non ci sono i presupposti per chiedere la sospensione della libera circolazione delle persone. È una misura draconiana e sproporzionata rispetto alla necessità di contenere contagio. E poi cosa vogliamo fare dell'Italia un lazzaretto? Non ci sono le condizioni», ha detto chiaramente Conte rivendicando come il governo intero si assume «la piena responsabilità politica» delle scelte fatte. Il premier ha anche annunciato che nei prossimi giorni il governo varerà un altro decreto contenente però le misure economiche e di ristoro che dovranno essere messe in campo per far fronte alla sospensione di tutte le attività nelle aree focolaio. Il percorso per arrivare al testo approvato a tarda sera, però, non è stato così liscio. Nel corso del Cdm ci sono state diverse discussioni tra le varie anime del governo, con alcuni che chiedevano una linea dura e altri che, invece, fino alla fine hanno tentato di evitare che intere zone del paese diventassero, di fatto, delle zone off limits per tutti. Tra questi il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, che proprio dal lodigiano proviene.

 
Primi due casi oggi a Milano. Un uomo residente a Sesto San Giovanni, è ricoverato al San Raffaele di Milano. Lo ha spiegato in una nota il presidente della Lombardia Attilio Fontana, che sta presiedendo l'unità di crisi con l'assessore al Welfare Giulio Gallera. È un uomo di 78 anni. L'uomo era ricoverato all'ospedale San Raffaele da cinque giorni. «Sono in corso le ricostruzioni per capire quali contatti abbia avuto l'uomo nell'ultimo periodo, cercando di stabilire se abbia avuto contatti con i contagiati legati al focolaio lodigiano». Lo scrive Roberto Di Stefano, sindaco di Sesto San Giovanni.

Secondo caso nel Milanese. C'è una seconda persona positiva al 
coronavirus nel milanese: è un uomo di 71 anni residente a Mediglia, risultato positivo al virus dopo essere arrivata al pronto soccorso dell'ospedale di Vizzolo Predabissi e essere, poi, stato ricoverato nel reparto di Medicina dello stesso ospedale. Sono già state avviate tutte le procedure per risalire ai suoi contatti.​ 

«Un cittadino residente a Mediglia (MI) è risultato positivo al test del 
coronavirus. Si tratta del secondo caso in provincia di Milano, il 47esimo in Lombardia», conferma l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera.

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Italia, due morti e 60 contagiati

Due morti e 60 contagiati tra Lombardia, Veneto e Piemonte. Paesi in isolamento, chiuse scuole, uffici, tribunali e università. In chiesa stop al segno di pace con la stretta della mano. Si estende il coronavirus in Italia che, al momento, è il primo Paese europeo per numero di casi positivi al Covid-19. Sale la preoccupazione tra i cittadini, invitati a rimanere a casa nelle aree interessate ed il premier Giuseppe Conte convoca un Consiglio dei ministri straordinario per varare nuove «misure speciali». Si tratterebbe di un decreto legge con una serie di misure speciali per contenere il diffondersi del virus e che consentirebbero di intervenire su diversi aspetti: dalla chiusura delle scuole alla sospensione di manifestazioni e attività lavorative fino alla possibilità di utilizzare, in caso di necessità, forze di polizia e militari per far rispettare le prescrizioni. «Siamo al lavoro senza sosta per reagire con la massima compattezza a questa emergenza», ha detto Conte.

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Assalto agli ospedali
Ed è assalto agli ospedali, mentre la Protezione civile invita a recarsi nelle strutture sanitarie e chiamare i numeri di emergenza «solo se strettamente necessario». Mentre l'Ordine dei medici sollecita i colleghi a mettersi a disposizione per far fronte alle carenze determinate dall'obbligo di quarantena per i dottori delle zone colpite. Si fa sentire anche il capo dello Stato Sergio Mattarella, che esprime vicinanza «a quanti sono stati colpiti e alle loro comunità che vivono momenti di comprensibile ansia». Ma Matteo Salvini attacca: «Se Conte non è in grado di fare tutto il necessario per difendere la salute dei nostri figli ne risponderà davanti agli italiani».
 
 

Il centro del focolaio è il Basso Lodigiano, in particolare il Pronto soccorso e l'ospedale di Codogno, dove sono passati quasi tutti i contagiati lombardi, ed anche i tre che si trovano in Emilia Romagna e quello torinese. Proprio lì la seconda vittima, una 77enne di Casalpusterlengo, era stata in contatto con il cosiddetto 'Paziente 1', il 38enne di Codogno le cui condizioni restano gravi anche se stabili (in serata i suoi genitori sono stati prelevati dalla loro abitazione con l'ambulanza biocontenitiva). L'anziana, che aveva varie patologie, è stata trovata morta a casa. Il tampone post mortem ha dato risultato positivo, ma, ha precisato l'assessore lombardo Giulio Gallera, «ad oggi non possiamo dire se è morta a causa del coronavirus o per altre situazioni». 

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Il caso paziente zero. Tra i positivi anche una coppia di medici del Pavese, lei pediatra che lavorava proprio nella zona di Codogno. Il contagiato piemontese, un quarantenne torinese che lavora a Cesano Boscone (Milano), si è ammalato dopo esser entrato in contatto con il «ceppo lombardo». In quest'area che comprende 11 comuni, oltre 50mila persone sono state esonerate dal servizio da amministrazioni ed aziende. E l'infezione arriva anche alle porte di Milano: a San Donato Milanese un 78enne ricoverato al San Raffaele è risultato positivo al Covid. Mentre l'amico del 38enne di Codogno che era stato a cena con lui dopo essere tornato dalla Cina, non ha mai avuto il coronavirus, secondo i test fatti: dunque non è lui il "paziente zero". 

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La situazione in Veneto e Friuli VG. In Veneto l'area sensibile si concentra invece a Vò Euganeo, comune padovano dove risiedeva la prima vittima del virus, il 78enne Adriano Trevisan. Dal paesino di tremila abitanti arrivano dieci contagiati veneti; l'undicesimo è di Mira (Venezia). E a Vò 8 cittadini cinesi che gestiscono un'attività imprenditoriale, da cui potrebbe essere partito il contagio, sono stati portati in ospedale per verifiche sul loro stato di salute. Nell'ospedale di Schiavonia, dove è morto Trevisan, sono ben 450 le persone (300 pazienti e 150 dipendenti della struttura) tenute bloccate per essere sottoposte all'esame del tampone. Nei prossimi giorni prevista l'evacuazione della struttura per la bonifica. La vicina Regione Friuli Venezia Giulia ha dichiarato lo stato di emergenza fino al 31 luglio. 

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Notizie positive invece dallo Spallanzani di Roma, dove il cittadino cinese ricoverato insieme alla moglie, primo caso registrato in Italia, «si è negativizzato», mentre il giovane ricercatore italiano, anche lui contagiato e poi risultato negativo, è stato dimesso in giornata.
Le istituzioni, ha sottolineato da parte sua il presidente della Camera, Roberto Fico, «stanno lavorando seriamente e in sinergia per garantire la salute di tutti. Non è il momento delle polemiche né degli allarmismi». 

 


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Secondo il presidente del Senato Elisabetta Casellati, per superare la fase critica serve «il senso di responsabilità e la collaborazione degli italiani tutti».
 

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ALLA CECCHIGNOLA ITALIANI RIENTRATI DAL GIAPPONE
Vengono trasferiti alla cittadella militare della Cecchignola i 19 italiani che sono stati rimpatriati stamattina con un volo KC767A dell'Aeronautica militare dalla nave da crociera Diamond Princess, bloccata in Giappone per l'emergenza coronavirus. I nostri connazionali hanno lasciato poco fa l'aeroporto militare di Pratica di Mare con un pullman dell'Aeronautica, dopo aver fatto un primo screening medico e il percorso di decontaminazione. Al Centro Sportivo Olimpico dell'Esercito trascorreranno i quattordici giorni di isolamento.

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CNR, EVITARE ALLARMISMO: NON E' EPIDEMIA
«Non c'è un'epidemia di SARS-CoV2 in Italia. Il quadro potrebbe cambiare ovviamente nei prossimi giorni, ma il nostro sistema sanitario è in stato di massima allerta e capace di gestire efficacemente anche la eventuale comparsa di altri piccoli focolai come quello attuale. Quindi, ribadiamo, al di fuori dell'area limitata in cui si sono verificati i casi, il cittadino può continuare a condurre una vita assolutamente normale. Seguendo le elementari norme di igiene, soprattutto levandosi le mani se ha frequentato luoghi affollati, ed evitando di portarsi alla bocca o agli occhi le mani non lavate». A dirlo è Giovanni Maga, direttore CNR-IGM, Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche fa il punto alla luce dell'evoluzione dell'infezione di coronavirus in Italia che aggiunge: « il rischio è basso», invitando a evitare un eccessivo allarmismo.


NEL MONDO LE VITTIME SALGONO A 2.360
Il coronavirus ha provocato finora 2.360 vittime a livello mondiale, incluso l'italiano deceduto ieri sera in Veneto: è quanto emerge dal bilancio aggiornato della statunitense Johns Hopkins University. Il totale dei casi confermati di contagi è salito a quota 77.662, mentre i pazienti guariti finora sono 21.029.


 
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