Giulia e Filippo, i due ex spariti a Venezia. «Erano insieme, lei urlava». Trovate tracce di sangue

I 22enni si erano lasciati, lui non aveva accettato la fine della storia

Giulia e Filippo, i due ex spariti a Venezia. «Erano insieme, lei urlava». Trovate tracce di sangue
di Davide Tamiello
Martedì 14 Novembre 2023, 00:59 - Ultimo agg. 20:33
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Cellulari muti da 48 ore, una pioggia di avvistamenti tra tre regioni della Fiat Grande Punto in fuga e ricerche allargate all’intero Nordest. Con il trascorrere del tempo diminuiscono anche le speranze. Le prossime ore potrebbero essere decisive: nella notte le forze dell’ordine potrebbero già aver fermato l’auto su cui i due 22enni Giulia Cecchettin e Filippo Turetta sono svaniti nel nulla sabato sera. Ma, nonostante le ipotesi al momento siano tutte aperte, quella dei due studenti non sembrerebbe proprio la classica fuga d’amore. Una vicenda con molte ombre, che sta tenendo con il fiato sospeso le due comunità di Vigonovo e Torreglia, dove vivono i due giovani, a cominciare ovviamente dalle famiglie. Uno dei primi segnali di cedimento è arrivato dal papà della giovane, Gino: ieri, a un amico, ha confidato di sentire che quel ragazzo avrebbe ucciso sua Giulia. A parlare è lo zio della ragazza, Andrea Camerotto: «Una ragazza stupenda, una piccola donna che aveva dovuto imparare a crescere in fretta dopo la scomparsa della mamma».


LA VICENDA
Giulia e Filippo sono due studenti di ingegneria. Si conoscono dai tempi delle superiori: la loro amicizia sboccia tra i banchi del liceo Tito Livio di Padova. Un rapporto che diventa qualcosa di più intimo con gli anni: i due si innamorano e iniziano una relazione. Nel frattempo, succedono tante cose. Giulia, un anno fa, perde mamma Monica. Si focalizza sullo studio, finisce gli esami e la tesi. I risultati di tanto impegno non tardano ad arrivare: giovedì, a Padova, è prevista la discussione per la laurea. Ma intanto è cambiato anche il suo rapporto con Filippo: ad agosto Giulia, dopo circa un anno, decide di lasciarlo. Una rottura senza traumi, secondo la famiglia di Giulia, tanto che i ragazzi continuano a frequentarsi anche da amici. «Si vedeva però - confida la nonna di Giulia - che lui era ancora attratto da lei». Anche la sorella le consiglia di troncare i rapporti con quel giovane che le sta continuamente addosso, la tempesta di messaggi e non sembra volersi arrendere alla fine della storia. Giulia, però, forse in memoria degli anni d’oro del liceo, non smette di frequentare il suo ex.


LA SERATA
Sabato sera Filippo va a prendere in auto Giulia, insieme vanno al centro commerciale “La nave de Vero” a Marghera. I ragazzi vengono inquadrati dalle telecamere del McDonald’s intorno alle 20. Alle 22.43, l’ultimo messaggio inviato alla sorella. Poi, il nulla. La ragazza non rientra a casa e papà Gino, il giorno seguente, sporge denuncia ai carabinieri di Vigonovo. I genitori di Filippo fanno lo stesso in caserma a Teolo. Dalle indagini cominciano ad arrivare ulteriori dettagli su quella notte: Giulia e Filippo vengono visti da un passante a Vigonovo, in un parcheggio a 200 metri dalla casa della ragazza, intorno alle 23.15. Stanno litigando, lei gli urla «lasciami!», lui le afferra un braccio e la trascina nell’auto. La Punto, poi, riparte verso via Vigonovese. Il successivo avvistamento è di una telecamera a tre chilometri di distanza, in via I. Strada, nella zona industriale di Fossò. Nella notte la targa dell’auto viene rilevata da altri due portali nel Trevigiano: a Maserada sul Piave e Vazzola. Trascorrono altre 24 ore e arrivano nuovi avvistamenti dell’auto di Turetta fuori regione, in Friuli: nella notte tra domenica e lunedì, alle 2.30, la Punto sarebbe passata tra Caneva e Polcenigo. Motivo per cui, ieri, le ricerche si sono concentrate non solo nel Veneziano e nel Trevigiano ma anche lungo la strada Pedemontana e le zone boschive del Sacilese. In serata, ieri, sarebbero arrivate altre segnalazioni (non confermate, però, dagli inquirenti) di possibili avvistamenti in Alto Adige tra San Candido e Dobbiaco. 


LE INDAGINI E LE RICERCHE
Gli interrogativi sono tanti e pesanti anche a causa di un dettaglio inquietante scoperto ieri mattina proprio nella zona industriale di Fossò: alcune ampie chiazze di sangue in mezzo alla strada, proprio a due passi dove l’auto era stata intercettata dalle telecamere dei sistemi di videosorveglianza. 


La prefettura ha attivato il protocollo di ricerca per le persone scomparse. A Vigonovo e Fossò sono arrivati i carabinieri con i cani molecolari e i droni per le ricerche dall’alto e l’allarme è stato diramato in tutte le zone “sensibili”. È stata setacciata con l’elicottero (sia quello dell’Arma sia quello dei vigili del fuoco) anche l’area del Cansiglio sul fronte Trevigiano. Ieri a Vigonovo ha voluto prendere parte alle ricerche anche il comandante provinciale dei carabinieri, il generale Nicola Conforti. Mentre le istituzioni e le associazioni sono scese in campo: i sindaci dei Comuni vicini hanno mobilitato i corpi di polizia locale per le ricerche e messo a disposizione le telecamere degli impianti di videosorveglianza pubblica. Per sostenere la famiglia di Giulia, ieri a Vigonovo c’era anche l’associazione “Penelope”, specializzata nei casi di persone scomparse.

(Ha collaborato Vittorino Compagno)

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