Michelle Causo si poteva salvare, il killer: «Non è morta subito, l’ho lasciata agonizzare»

La procura contesta anche il vilipendio di cadavere: il corpo trattato come un rifiuto

Michelle Causo si poteva salvare, il killer: «Non è morta subito l’ho lasciata agonizzare»
Michelle Causo si poteva salvare, il killer: «Non è morta subito l’ho lasciata agonizzare»
di Michela Allegri
Lunedì 3 Luglio 2023, 01:05 - Ultimo agg. 15:49
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L’ha guardata agonizzare, sul pavimento di casa sua, immersa in un lago di sangue. E non ha fatto nulla. «Non è morta subito. Tremava tutta, aveva le convulsioni», ha detto il diciassettenne arrestato per l’omicidio di Michelle Maria Causo: dopo una lite, mercoledì scorso l’ha colpita con almeno sei coltellate. Poi, l’ha lasciata morire. Quando il gip, durante l’interrogatorio di garanzia avvenuto due giorni fa, gli ha chiesto perché non sia intervenuto, perché non abbia cercato di salvarla, ha risposto gelido: «Ormai era troppo tardi. Sapevo che mi avrebbero arrestato».

Michelle Causo, il killer parla 4 ore senza pentirsi: «Avevo fumato hashish. Dovevo ripagare un debito, lei si è infuriata»

Michelle si poteva salvare

E ancora: «Ho aspettato che morisse e poi ho pensato a come sbarazzarmi del corpo», il senso delle dichiarazioni rese dal ragazzino.

Un interrogatorio durato quattro ore, durante le quali non c’è stato spazio per il rimorso. La consapevolezza dell’orrore è emersa solo a tratti: «Ho fatto una c...ta», ha ripetuto più volte l’adolescente, originario dello Sri Lanka, ma nato a Roma, dove aveva abbandonato la scuola per il sogno di costruire una carriera nella musica trap. Assistito dall’avvocato Daniele Meles, continua a ripetere di avere ucciso Michelle nella casa di via Dusmet, a Primavalle, per un motivo che agli inquirenti sembra troppo banale: «Le dovevo pagare qualche canna, non avevo i soldi e lei si è infuriata. Ho visto il coltello e l’ho usato», la sua versione.

 

Ha negato relazioni sentimentali, ha spiegato di essersi sentito minacciato. In qualche passaggio, ha cercato di giustificarsi: «Lo so che voi non mi credete, ma io non volevo ucciderla». Eppure, non solo l’ha accoltellata a morte, ma ha anche infilato il corpo in un sacco della spazzatura, l’ha trascinato giù per le scale del suo palazzo, l’ha messo in un carrello della spesa e l’ha abbandonato accanto a una fila di cassonetti. Per questo, oltre all’accusa di omicidio volontario, aggravato dai futili motivi e dal fatto di avere agito in danno di una persona minore degli anni 18, e a quella di occultamento di cadavere, la pm Anna Di Stasio ha deciso di contestare all’indagato anche quella di vilipendio di cadavere, che punisce chi oltraggia un cadavere o le sue ceneri, o commette su di essi atti osceni. In questo caso, anche se il corpo non è stato manomesso, è stato trattato come un rifiuto da smaltire.


IL MOVENTE
Per il momento, il movente - questione del debito a parte - resta un mistero. Gli inquirenti in questi giorni inizieranno ad analizzare i cellulari di indagato e vittima. Il giovane si è mostrato collaborativo: ha fornito subito agli agenti della Squadra mobile e del commissariato di Primavalle il codice Pin del suo telefono e ha accettato di sottoporsi al prelievo delle urine. I risultati degli esami tossicologici arriveranno a breve e non è escluso che il diciassettenne abbia agito sotto l’effetto di droghe pesanti. Una circostanza che lui ha negato: durante l’interrogatorio ha detto di avere fumato «solo una canna». Nell’appartamento, in effetti, è stato trovato solamente un piccolo quantitativo di hashish, oltre all’arma del delitto: un coltello da cucina.
Mercoledì, alle 11, nella chiesa della Presentazione a Primavalle, ci saranno i funerali di Michelle. Il padre della diciassettenne ha annunciato che il fidanzatino di lei ha pensato di omaggiarla con le promesse di matrimonio: avrebbe voluto sposarla tra un anno.



 

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