Giardiello, la vita in bilico tra debiti e affari sbagliati

Giardiello, la vita in bilico tra debiti e affari sbagliati
di Renato Pezzini
Venerdì 10 Aprile 2015, 05:59 - Ultimo agg. 08:50
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In meno di otto anni aveva cambiato cinque avvocati. «Non stava mai ad ascoltare i consigli». In un paio di casi sono stati loro a dargli il benservito, depennato alla voce «clienti impossibili». L'ultimo, un avvocato di Como, Michele Rocchetti, aveva iniziato ad assisterlo da poco. Qualche mese gli è bastato per capire l'antifona e ieri mattina, in aula, ha comunicato ufficialmente il suo abbandono. Dopodiché Claudio Giardiello ha cominciato a sparare puntando la pistola contro un altro ex avvocato, Claris Appiani, e lo ha ucciso.







IL NIPOTE FEDELE

Un classico tuttofare brianzolo, il killer del Tribunale. Aveva 57 anni, era arrivato con la famiglia dalla provincia di Benevento, poi aveva cominciato a fare e disfare società, ramo edilizia. Suo nipote, che lavorava con lui, lo considerava un genio, una macchina da soldi. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per seguirlo. Poi litigarono, Giardiello gli attribuì colpe che non aveva, e ieri in Tribunale è il secondo a cui ha sparato. Davide Limongelli è rimasto solo ferito, per quanto le sue condizioni siano gravi.



Non erano del tutto puliti gli affari del loro giro. Avevano fatto costruire parecchie palazzine nella zona di Villasanta, vicino all'autodromo di Monza. Le vendevano a prezzi concorrenziali, poi però si facevano dare un'altra cospicua somma in nero. Per dividersi i soldi fuori bilancio avevano fatto una scrittura privata: erano cinque soci e ognuno si era attribuito un nome di battaglia. Giardiello, ispiratosi a un film con Montesano, era «Conte Tacchia». Giorgio Erba, ucciso pure lui nell'aula della Seconda Penale, era «il Comandante». Il nipote Davide «il Marchesino»



I FALLIMENTI E IL DIVORZIO

Erano tempi di vacche grasse e divertimenti. Belle auto, belle case. Giardiello era sposato con Anna Siena, due figli. Vivevano a Brugherio, fra Monza e Arcore. Poi quando gli affari hanno cominciato ad andare male, il matrimonio è andato a farsi benedire. Lui era andato a stare a Garbagnate e la moglie adesso è terrorizzata per le conseguenze che questa storia potrà avere sui figli. «Non immaginavo che fosse disperato al punto da fare una cosa così».



A leggere le carte del processo che avevano portato il killer del Tribunale e i suoi soci alla bancarotta, le liti fra loro erano nate proprio per diversità di vedute sulla spartizione dei fondi neri. Giardiello voleva più degli altri, diceva, perché il proprio ruolo nella società era assai più importante. I sopravvissuti hanno raccontato che non voleva sentire ragioni. «Era uno di quelli che sono convinti di essere sempre nel giusto». Era finita che - lui contro tutti gli altri - si erano sfidati a colpi di carte bollate.



GALLINE DALLE UOVA D'ORO

Immobiliare Magenta, Immobiliare Washington, Immobiliare Menia. Tre società che sembravano galline dalle uova d'oro e che invece nel giro di poco tempo (fra il 2008 e il 2012) sono fallite. Giardiello era furibondo, convinto che i suoi ex compagni di viaggio lo avessero mandato in rovina appositamente. «Hanno fatto in modo che in questa vicenda entrassero i giudici» diceva «e così i giudici ci hanno mandato in malora». Così aveva cominciato a considerarli i suoi nemici. E a organizzare il suo personalissimo redde rationem.