Bancarotta, sequestro da 40 milioni e 10 indagati a Nocera Inferiore

Le accuse: tributi mai versati e fatture inesistenti per una società che si occupava di prodotti energetici

Il tribunale di Nocera Inferiore
Il tribunale di Nocera Inferiore
di Nicola Sorrentino
Sabato 13 Aprile 2024, 07:00 - Ultimo agg. 14 Aprile, 07:33
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Sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte su prodotti energetici, 10 le persone indagate al termine di un’inchiesta della Procura di Nocera Inferiore, che ha ottenuto il sequestro preventivo di beni, valori mobiliari ed immobili, per 40 milioni di euro. Le accuse, a vario titolo, sono sottrazione all’accertamento e al pagamento delle accise sui prodotti energetici, formazione fittizia del capitale sociale, bancarotta fraudolenta, mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice, truffa, autoriciclaggio, dichiarazione fraudolenta mediante fatture o altri documenti per operazioni inesistenti ed emissione di fatture false.

Le indagini della Guardia di Finanza riguardano il legale rappresentante, liquidatore e membri del Cda di una società che opera nel commercio di prodotti petroliferi, oltre al titolare di un deposito fiscale a Valmadonna (provincia di Alessandria), con sede legale, fino al 2018, a Roma e poi trasferita a Nocera. Stando alle accuse, l’azienda si sarebbe sottratta al pagamento di accise per 30 milioni di euro, simulando acquisti di prodotti energetici, da stoccare all’estero, commissionati ad un altro soggetto economico, per effetto dei quali si sarebbero determinate difficoltà finanziarie tali da non poter far fronte ai debiti tributari. Inoltre, da alcune perizie di stima fatte da due professionisti, anch’essi indagati, si sarebbe giunti ad un aumento fittizio del capitale sociale a mezzo di conferimenti di beni societari sopravvalutati.

In questo modo, la società avrebbe ottenuto, da due intermediari finanziari di diritto estero, la concessione di polizze fideiussorie a garanzia delle obbligazioni di pagamento delle accise all’Agenzia delle Dogane, facendo disperdere, dopo l’escussione delle garanzie da parte degli organi accertatori, attraverso negozi giuridici simulati, gli asset sui quali gli intermediari assicurativi avrebbero dovuto rivalersi. Ed eludendo un decreto di sequestro conservativo del tribunale di Roma, su richiesta delle vittime del raggiro. Sono state, poi, individuate fatture per operazioni inesistenti, emesse e usate, per un importo di 26 milioni di euro, i cui proventi sono stati reimpiegati con dei trasferimenti in Cina e giustificati da fatture di acquisto di merce. Le operazioni avrebbero causato il fallimento della società. Da qui l’accusa di responsabilità amministrativa degli enti dipendente da reato.

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È un tipo di contestazione rivolta agli enti con personalità giuridica, in relazione ad alcuni reati commessi, nell’interesse o a vantaggio dello stesso ente, da persone fisiche che rivestono funzioni di rappresentanza, amministrazione o direzione (“apicali”) o da persone sottoposte alla direzione o vigilanza di uno dei soggetti (“sottoposti”), i quali non devono avere agito nell’interesse esclusivo proprio o di terzi.

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