Manfredonia, dubbi sulla versione della madre: «Il bimbo di 8 anni non può aver ucciso il patrigno»

Manfredonia, dubbi sulla versione della madre: «Il bimbo di 8 anni non può aver ucciso il patrigno»
Manfredonia, dubbi sulla versione della madre: «Il bimbo di 8 anni non può aver ucciso il patrigno»
di Antonio Calitri
Giovedì 3 Dicembre 2020, 08:16 - Ultimo agg. 08:30
3 Minuti di Lettura

A due giorni dall'eclatante omicidio di Manfredonia che vedrebbe come unico autore un bambino di otto anni, iniziano ad emergere molte ombre sulla versione fornita dalla madre. Secondo la donna, il bambino avrebbe accoltellato il patrigno, il trentottenne Mario Renzulli, per difendersi da un'aggressione, Ma sull'intera vicenda vogliono vederci chiaro i magistrati della procura di Foggia e della procura minorile di Bari. Con il padre del Renzulli che ha assunto un legale per tutelare gli interessi della vittima. A partire dalla descrizione di un pregiudicato, ubriaco e violento che non sarebbe corretta. Oltre a dover verificare la reale ed esclusiva responsabilità del bambino, che per l'età non è imputabile, né punibile, al centro delle nuove attenzioni c'è anche il tempo trascorso tra l'accoltellamento e la chiamata dei soccorsi da parte della compagna della vittima. Tutto mentre il Renzulli mortalmente colpito e sanguinante, si era trascinato fuori dal casolare arrivando quasi all'uscita del podere in cui abitava, per chiedere aiuto. 

Secondo quanto raccontato dalla mamma del bambino e compagna della vittima al suo legale Angelo Salvemini, l'uomo, tornato a casa ubriaco ha aggredito la donna.

Il figlio di otto anni si sarebbe intromesso per difendere la madre e sarebbe stato aggredito a sua volta, come dimostrerebbero le ferite che il ragazzo ha riportato ai denti e alla bocca. Il bambino poi sarebbe fuggito prima nella sua stanza, poi in cucina dove ha trovato un coltello e per difendersi avrebbe sferrato un colpo all'addome dell'uomo, ferendolo mortalmente. Questo il racconto della madre, mentre della prima testimonianza del bambino, avvenuta martedì sera alla presenza del padre naturale e di uno psicologo, non è trapelato nulla. Si sa solo che il piccolo, come ha raccontato Salvemini, «è stato temporaneamente affidato al padre naturale intervenuto nell'occasione». 

La versione della donna non convince la famiglia della vittima. Con il padre che laveva soccorso che ieri ha assunto l'avvocato Michele Arena perché si adoperi con gli investigatori affinché venga fatta luce su tutti gli aspetti della vicenda. «A partire dal fatto che il Renzulli viene descritto come un orco, ubriaco e violento», racconta il legale «mentre alla famiglia questo non risulta affatto». L'avvocato parla di una questione grigia con molti aspetti che vanno chiariti: «Aspettiamo gli accertamenti autoptici per capire le tempistiche e le modalità dell'omicidio. Senza voler entrare in polemica con la ricostruzione della signora che sta vivendo una doppia tragedia, quella del compagno e quella del figlio, abbiamo bisogno che si chiarisca soprattutto lo spazio temporale intercorso tra il momento del fendente, se fendente è stato, e il momento in cui sono stati chiamati i soccorsi. È infatti importante capire se il povero Renzulli è deceduto perché sono stati lesi organi vitali o per dissanguamento, visto che il padre lo ha trovato rantolante e incosciente fuori dall'abitazione dove sarebbe avvenuto l'episodio». Quanto ai dubbi sul fatto che possa essere stato davvero ed esclusivamente il bambino di otto anni a compiere l'omicidio di un uomo che molti descrivono come alto e robusto, il legale di Renzulli preferisce non esprimersi: «Ma credo che i risultati dell'autopsia e il lavoro degli investigatori lo potranno chiarire».

© RIPRODUZIONE RISERVATA