Coronavirus, centinaia di soldati morti in Corea del Nord ma Kim Jong un appare senza mascherina

Foto KCNA
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di Erminia Voccia
Martedì 10 Marzo 2020, 18:15
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Centinaia di soldati nordcoreani sarebbero morti a causa del nuovo coronavirus e migliaia di loro sarebbero in quarantena. Ma nonostante questo il regime di Kim Jong un continua ad insistere con la narrativa secondo cui in Corea del Nord non ci sarebbero ancora casi di infezione da Covid-19. Daily NK, un sito sudcoreano specializzato in affari del Nord, ha scritto che il nuovo virus avrebbe ucciso 180 militari tra i mesi di gennaio e febbraio, mentre altri 3.700 soldati sarebbero stati messi in quarantena. Ad aumentare i dubbi sulla falsità delle dichiarazioni di Pyongyang anche l'agenzia sudcoreana Yonhap, che riferisce di almeno 10 mila persone messe in quarantena in Corea del Nord a causa del coronavirus, mentre per altre 4 mila la quarantena sarebbe finita per mancanza di sintomi. «L'infezione non è ancora fluita nel nostro Paese», ha dichiarato con serenità il regime attraverso il Rodong Sinmun, quotidiano controllato dal governo, lunedì 9 marzo. 

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Il sito Daily NK cita un rapporto redatto dal corpo dei medici dell'esercito nordcoreano. Ai responsabili degli ospedali in cui sono stati ricoverati i militari è stato chiesto di fornire i dati relativi ai soldati morti per febbre alta dovuta a polmonite, tubercolosi, asma e raffreddore. Lo stesso è stato richiesto per le informazioni relative ai militari per cui è stata disposta la quarantena. Ancora secondo Daily NK, questo rapporto avrebbe generato un certo scompiglio nell'ambiente della leadership militare nodcoreana. Gli ufficiali hanno chiesto che gli ospedali militari dove i soldati malati sono stati ricoverati fossero disinfettati. I militari ritenuti invece più deboli e quindi maggiormente esposti al rischio di contagio sarebbero tenuti sotto stretta osservazione, precisa la fonte del rapporto. A chiunque, tra i capi dell'esercito, non rispetti le regole sulla prevenzione da coronavirus Kim ha promesso punizioni severe. Inoltre, il regime sta provando ad aumentare la quantità di cibo quotidiano prevista per gli uomini dell'esercito, nel tentativo di rafforzare le difese immunitarie ed evitare la diffusione della malattia. Almeno 800 grammi di cibo e tre pasti al giorno invece di uno, come accade di solito.
 

Il regime da tempo sta informando i cittadini nordcoreani su cosa fare e come comportarsi per evitare il contagio, fornendo anche consigli pratici e norme precise a cui attenersi, oltre che fake news, per contenere anche la paura. Le restrizioni sono state rafforzate nonostante possano comportare alti costi per l'economia nordcoreana, hanno fatto sapere gli organi della propaganda. Un duro avvertimento al popolo è stato lanciato ancora dal Rodong Sinmun. Il quotidiano ha definito «assolutamente inaccettabile» il comportamento dei nordcoreani che interferiscano e ostacolino le misure disposte dal governo per contenere la diffusione della malattia. Tra questi comportamenti, secondo Newsweek, ci sarebbe anche il rifiuto di indossare mascherine. Solo ieri 9 marzo la Corea del Nord ha lanciato tre proiettili a corto raggio ad est delle sue coste. Per Pyongyang, è il secondo test nell'arco di una settimana e il secondo anche da quando è iniziato il 2020. Delle foto pubblicate dal regime colpisce questo particolare: mentre gli ufficiali nordcoreani presenti ai test indossano mascherine protettive, di colore nero, il dittatore Kim Jong un è l'unico a non indossare alcuna protezione. Che sia una prova di debolezza temere l'attacco di un virus? 
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