Nord Stream, quarta falla. «Le esplosioni sono tre». Nato: sabotaggio sconsiderato, pronti a reagire

Nord Stream, quarta perdita. «Le esplosioni sono tre». Intelligence Ue: navi russe nei pressi del gasdotto
Nord Stream, quarta perdita. «Le esplosioni sono tre». ​Intelligence Ue: navi russe nei pressi del gasdotto
Giovedì 29 Settembre 2022, 07:42 - Ultimo agg. 16:33
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Sono ancora un mistero le cause che hanno provocato le perdite del gasdotto Nord Stream 1 e 2. Perdite che sarebbero quattro e non tre come sostenuto precedemente: a riferirlo è stata la guardia Costiera svedese, secondo cui due di queste si troverebbero nella zona economica svedese. Allo stesso tempo, il sismologo Bjorn Lund non esclude che possa essersi verificata una terza detonazione. Secondo la Cnn, due funzionari dell'intelligence europea hanno osservato che lunedì e martedì navi di supporto della Marina russa erano in prossimità delle falle nei gasdotti Nord Stream. Non è chiaro se le navi abbiano avuto a che fare con le esplosioni, hanno detto le fonti, ma è uno dei tanti fattori che gli investigatori esamineranno.

La Nato: risponderemo a attacchi a infrastrutture degli alleati

Mentre si indaga sulle cause della rottura, la Nato ha annunciato che è pronta «a rispondere unita e con determinazione a qualsiasi attacco deliberato contro le infrastrutture critiche degli alleati. Il danneggiamento dei gasdotti Nordstream 1 e Nordstream 2 nelle acque internazionali del Mar Baltico desta profonda preoccupazione: tutte le informazioni attualmente disponibili indicano che si tratta del risultato di atti di sabotaggio deliberati, sconsiderati e irresponsabili».

si legge nella nota del Consiglio Atlantico, sottoscritta anche da Svezia e Finlandia, alleati entranti. 

Navi russe nei pressi del gasdotto

La settimana scorsa sono stati osservati sottomarini russi non lontani da quelle zone, ha detto uno dei funzionari dell'intelligence. Le navi russe operano abitualmente nell'area, secondo un funzionario militare danese, che ha sottolineato che la presenza delle navi non indica necessariamente che la Russia abbia causato il danno. «Le vediamo ogni settimana - ha dichiarato - Le attività russe nel Mar Baltico sono aumentate negli ultimi anni. Spesso mettono alla prova la nostra consapevolezza, sia in mare che in aria». Ma gli avvistamenti gettano ulteriori sospetti sulla Russia, che ha attirato la massima attenzione da parte dei funzionari europei e statunitensi in quanto unico attore nella regione che si ritiene abbia la capacità e la motivazione per danneggiare deliberatamente gli oleodotti, scrive l'emittente Usa.

I gasdotti che potrebbero non funzionare mai più

I gasdotti Nord Stream potrebbero non funzionare mai più. È il timore della Germania dopo che entrambe le linee, 1 e 2, dell'infrastruttura che collega la Russia all'Europa sono state gravemente danneggiate da esplosioni sospette al largo dell'isola danese di Bornholm, nel mar Baltico, sulla cui natura circolano diverse ipotesi: il colpo di un sommergibile, di un drone marino o ancora di cariche di Tnt. Nessuna cancelleria infatti dubita ancora sul fatto che le falle non siano il risultato di un incidente ma di un sabotaggio, e il rimpallo di responsabilità è già cominciato. «È stupido e assurdo» incolpare la Russia, ha tuonato il Cremlino. «Ridicolo» ipotizzare siano stati gli Stati Uniti, la replica della Casa Bianca. Mosca intanto ha aperto un'inchiesta per «terrorismo internazionale» e ha chiesto e ottenuto per venerdì una riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu sull'accaduto, mentre Svezia e Danimarca sono state incaricare di fornire tutte le informazioni in merito ai membri del Consiglio, visto che le quattro falle che si sono aperte nei gasdotti, sprigionando bolle di gas in mare, si trovano due nella zona economica esclusiva di Copenaghen, l'altra in quella di Stoccolma. L'agenzia danese per l'Energia ha fatto sapere che oltre la metà del gas contenuto nel Nord Stream - pieno di gas sebbene fermo da agosto - si è già disperso nell'atmosfera e che il resto fuoriuscirà entro domenica. 

Dopo che l'Occidente aveva più o meno velatamente puntato il dito verso Mosca, il portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov, ha spiegato come il Nord Stream fosse pieno di gas «molto costoso» e di proprietà russa, e che se non fosse stato per i danni subiti «il sistema sarebbe stato pronto a pomparlo». Invece «ora questo gas si sta disperdendo nell'aria». A quale scopo, è il ragionamento di Peskov, la Russia si sarebbe inflitta da sola un danno così grave? Per Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, dovrebbe essere piuttosto il presidente americano Joe Biden a chiarire il ruolo degli Usa in quando accaduto. Il riferimento è a una dichiarazione dello stesso Biden risalente al 7 febbraio, prima dell'invasione russa in Ucraina, in cui il capo della Casa Bianca, al termine di un incontro con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ammoniva: «Se la Russia attraversa il confine ucraino, non ci sarà più un Nord Stream 2. Vi metteremo fine». E alla domanda di una giornalista su come gli Stati Uniti avrebbero potuto fermare un gasdotto sotto il controllo dell'alleato tedesco, Biden rispose: «Ve lo assicuro, saremo capaci di farlo». Il video di questo scambio circola sui social da ieri, Zakharova non ha dovuto fare altro che rilanciarlo sul suo canale Telegram, chiamando in causa il presidente americano: «Ha il dovere di dire se gli Usa abbiano messo in atto la loro minaccia». «Ridicolo», è stata la risposta della Casa Bianca, bollando l'accusa come consueta «disinformazione russa» e spiegando che le parole di Biden si riferivano alla pressione esercitata su Berlino affinché fermasse l'avvio del Nord Stream 2, cosa poi effettivamente accaduta. 

 

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