«Mia o di nessuno altro»: la massacra di botte (anche in vacanza) e invia al padre della donna le foto con il volto insaguinato

Dopo anni di violenza, arrestato a Tivoli un idraulico di 36 anni

«Mia o di nessuno altro»: la massacra di botte (anche in vacanza) e invia al padre della donna le foto con il volto insaguinato
«Mia o di nessuno altro»: la massacra di botte (anche in vacanza) e invia al padre della donna le foto con il volto insaguinato
di Elena Ceravolo
Venerdì 22 Settembre 2023, 14:21 - Ultimo agg. 14:39
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«Tu sei mia o di nessun altro». Spesso era la gelosia ossessiva a scatenare la furia contro la compagna, massacrata di botte ma del tutto incapace di sottrarsi al suo controllo fino al punto di non sporgere denuncia nemmeno dopo gli interventi delle forze dell'ordine, e di tornare da lui. Per l'uomo-aguzzino, un idraulico trentaseienne di Tivoli Terme con vari precedenti alla spalle, ieri è scattata la misura della custodia cautelare in carcere: su richiesta della procura il gip ha confermato gli esiti delle indagini condotte dal pool anti-violenza del commissariato, diretto da Paola Pentassuglia. I poliziotti hanno dovuto portare avanti una difficile indagine per collegare e mettere insieme tanti episodi che hanno fatto degli ultimi due anni un inferno, per la vittima trentatreenne e per la sua famiglia. Persino una breve vacanza al mare, sul litorale laziale, si era trasformata in un incubo: segregata per diversi giorni, picchiata, ridotta in una maschera di sangue con tanto di foto inviata per "sfida" al padre che è dovuto correre a salvare la figlia, riuscita a scappare dalla finestra dopo che il compagno-padrone era uscito chiudendola dentro.

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Non è bastata però, poi, la struttura protetta in cui era stata indirizzata dopo questi fatti, perché ancora una volta lei è finita per ritrovarsi sotto le sue grinfie.

Come nelle più tipiche dinamiche riscontrate nelle "relazioni tossiche", è tornata a convivere con l'uomo. A scendere in campo gli investigatori del pool anti-violenza di Tivoli, coordinati dal sostituto commissario Davide Sinibaldi. Obiettivo: mettere la sicuro la vittima in un caso difficile da districare, ma ad alto rischio per la donna considerato il contesto particolarmente complicato. L'indagato, infatti, come risultava chiaro dalla lettura delle varie fasi della vicenda, aveva "sottoposto la convivente a violenze fisiche, a continue sopraffazioni e minacce di morte, prevaricazioni che nel tempo hanno annichilito la volontà e distrutto la sua autostima. Sottoposta anche ad un costante controllo, monitorando il cellulare e i social, impedendole di uscire con i suoi amici e di intrattenere rapporti con i suoi familiari, anch'essi vittime delle minacce e delle aggressioni". Comportamenti che, come si legge nell'ordinanza emessa dal gip, «pur se realizzate in momenti successivi, sono collegati a un nesso di abitualità ed avvinte nel loro svolgimento da un'unica intenzione criminosa di ledere l'integrità psicologica e morale della persona offesa così rendendo del tutto impossibile la convivenza». Le indagini dunque hanno consentito di accertare il pesante clima di coercizione. C'erano stati diversi interventi nella casa della coppia da parte delle forze dell'ordine, ma puntualmente lei dopo aver chiesto soccorso minimizzava e non denunciava per paura di ulteriori ritorsioni.

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Ad agosto stesso "copione": calci, pugni, cellulare in frantumi e trasporto al pronto soccorso con referto di due settimane di prognosi per le ferite riportate, va in casa protetta ma poi torna di nuovo con lui. La denuncia però non è ritirata e da qui partono gli investigatori per comporre il quadro indiziario. «L'accertato pericolo di recidiva delle condotte criminose spiega il procuratore capo di Tivoli, Francesco Menditto - e il concreto rischio per l'incolumità della vittima, che si è dimostrata assolutamente priva di autonomia decisionale e incapace di sottrarsi dal compagno nonostante le indicibili violenze subite, hanno determinato le esigenze cautelari nei suoi confronti compendiate nella misura cautelare in carcere emessa dal gip». Solo tre giorni prima gli stessi poliziotti del pool anti-violenza, coordinati dal "Gruppo uno" della procura tiburtina, hanno fatto scattare gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico nei confronti di un cittadino egiziano di 55 anni per maltrattamenti sulla moglie cinquantunenne: continuava ad avvicinarla nonostante fosse già stato colpito dalla misura cautelare dell'allontanamento dalla casa famigliare e del divieto di dimora nel comune di Guidonia Montecelio. Quando non le si presentava davanti, incurante delle restrizioni, la assillava via social. Una vera ossessione. L'attività d'indagine degli investigatori ha monitorato attentamente gli spostamenti dell'uomo accertando le violazioni alle prescrizioni imposte. Da qui l'aggravamento della misura emessa dal gip del tribunale di Tivoli su richiesta della procura. 

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