Totò, chi non sa ci faccia il piacere...

Quando parliamo del museo dedicato a Totò ne contiamo una storia di annunci, rimandi, appelli e struggimenti: sembra una barzelletta, ma fa ridere poco

È il giorno della morte di Totò
È il giorno della morte di Totò
di Raffaella R. Ferré
Sabato 15 Aprile 2023, 10:00
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«Come faranno mai a intendersi due popoli di cui uno ignora Totò?» si chiedeva, anni fa, Umberto Eco. La domanda, già assai interessante, potremmo oggi ampliarla: alla moltitudine di persone completamente all'oscuro di vita, storia, film, canzoni, battute, sketch, voce e presenza scenica del principe della risata, contrapporre un altro nutrito gruppo che in teoria sa tutto, ma nella pratica lo trascura e tralascia nella forma più spietata e implacabile: non tramandandone la memoria.

Quando parliamo del museo dedicato a Totò, di solito a ridosso di ricorrenze, ne contiamo una storia di annunci, rimandi, appelli e struggimenti: sembra una barzelletta, ma fa ridere poco; c'è un senso di piccola vergogna che sommata a tante altre «fa il totale», per dirla con le sue parole. Proprio mentre Napoli s'inzeppa di persone e attenzione, qualche murales, qualche targa, una statua, molte statuine, un po' di addobbi e di calamite per i turisti non bastano per onorare e celebrare Antonio De Curtis. Possiamo però dire che se non c'è un museo a lui dedicato, la nostra identità, cultura e storia si perdono? Forse Napoli ha il suo modo per ricordare: nessun pezzo da museo, ma vita di tutti i giorni. Totò è morto 56 anni fa oggi, Totò è vivo nelle nostre discussioni, nel modo di parlare e negli occhi, nel film passato da una televisione locale: l'abbiamo visto centinaia di volte, continuiamo a rivederlo. Chi non sa ci faccia il piacere. 

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