L'amarcord: 15 anni senza Luca,
quando la movida era «Squalo»

L'amarcord: 15 anni senza Luca, quando la movida era «Squalo»
di Carla Errico
Martedì 11 Novembre 2014, 12:16 - Ultimo agg. 12:18
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«Tenetevi pure la giovinezza, che vi sciuperà e sfiorirà davanti agli occhi: io ora parto, e non è detto che faccia ritorno».

Eppure sono quindici anni. Senza Luca. Senza le notti di Alcool. Ed è troppo facile leggere una premonizione in quel saluto a due vecchi compagni di liceo. No, Squalo non è tornato. Nella movida dei kebab e delle patatine olandesi, tra la folla divenuta massa e le bottiglie trasformate in armi, nel centro storico sembra sciupato e sfiorito il genius loci del primo locale di tendenza di Salerno. Ma è davvero così? O non è forse possibile coltivare, nel ricordo di Luca De Vero che se ne andò silenzioso come mai era stato all’alba del dieci novembre 1999 - un soffio prima del nuovo millennio - anche la traccia di una storia che continua, e da quel Cafè aperto da Luca insieme con il fratello Giampiero, Nicola Palma e Mario Giordano, si allunga fino al by night di oggi?

Luca era Alcool, e Alcool è stato per un paio di generazioni di salernitani assai più di un bar. Un approdo, una scoperta, una identità ritrovata insieme. In un pezzo di città che prima, semplicemente, era straniera. Altro che Chiancarelle. «Quando aprimmo Alcool Cafè, accendemmo il centro storico e la notte dell’intera città». E vai a dargli torto, a Giampiero, se quel locale oro e nero costruito nel 1986 dentro una vecchia farmacia dinanzi alla «fontana sgarrupata» di Largo Campo rivelò ai salernitani un pezzo di città vecchia i cui unici frequentatori erano tossici e prostitute. Le ferite del terremoto dell’80 ancora ben visibili nei tubi innocenti intorno ai palazzi antichi, eppure fu anche da lì che cominciò la ricostruzione di un corpo urbano che oggi è salotto, movida e luci d’artista.
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