Salerno, addio al "maestro del Foro" Dario Incutti: «Per lui la toga era un simbolo»

Il decano dei penalisti muore a 92 anni: fu allievo di Carnelutti. Difese anche Buscetta

Dario Incutti
Dario Incutti
di Angela Trocini
Lunedì 16 Ottobre 2023, 05:20 - Ultimo agg. 10:43
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È stato tra i fondatori dell’Unione Camere penali italiane. L’avvocato Dario Incutti, morto ieri all’età di 92 anni, si era laureato con lode nel 1954 presso l’Università di Napoli ed ha sin da subito coltivato studi internazionalistici presso la Corte internazionale di Giustizia dell’Aja (negli anni 54-55), in Belgio e Francia (anni 57-59) presso organismi comunitari delle Cee, partecipando a congressi di giuristi in tutto il mondo, specialmente in quegli Stati dove avevano sede organismi internazionali in cui nascevano e si sviluppavano le regole del diritto internazionale.

Non a caso, come ricorda l’avvocato Cecchino Cacciatore, «fu il primo a scommettere, introducendolo a Salerno, sul diritto internazionale e comunitario».

Incutti incominciò l’avvocatura penale a Milano e Firenze avendo come maestro Francesco Carnelutti (che, in un’intervista rilasciata al giornalista Enzo Todaro nel libro Penalisti in Toga, ricordava come «modello ciceronico di maestro») continuando poi ad esercitare a Roma e a Salerno.

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E per l’avvocato Dario Incutti la toga era «un simbolo e un’eredità» avendo avvertito, la prima volta che la indossò, una «specie di verginità».

E ai suoi allievi, come ha ricordato l’avvocatessa Stefania Forlani sua praticante e, poi dal 2008 fino al 2020 quando l’avvocato Incutti ha smesso di esercitare la professione di avvocato, stretta collaboratrice «ha sempre insegnato a spiegare le ali e volare in alto. Questo è stato, per me, l’insegnamento che maggiormente ha dato vigore alla mia azione professionale. Ti saluto, caro Maestro, lo scrigno dei tuoi moniti mi accompagnerà per tutta la durata del mio percorso nella vita e nella professione».

E l’avvocato Dario Incutti è stato “Maestro del Foro” per generazioni di avvocati (suo amico, tra gli altri, il compianto avvocato Paolo Carbone) e la Camera penale salernitana piange la scomparsa del proprio fondatore. Da presidente della Camera penale di Salerno, invitò nel 1982 i rappresentanti più autorevoli di 14 camere penali essendo falliti – negli anni precedenti – i tentativi di confederazione tra le varie associazioni che operavano a Roma, Milano, Venezia, Bologna, Napoli e Palermo. A Salerno, come ricordava lo stesso Incutti in uno scritto sulla storia dell’Unione delle Camere penali d’Italia, «dopo tre giorni di lavori si riuscì a superare i vari contrasti e differenze e si firmò a Palazzo di Città il 14 febbraio 1982 L’Unione di tutte le camere penali italiane. Ad Amalfi poi si tenne il primo congresso straordinario dal 20 al 22 ottobre 1989 che varò tutte le regole statutarie».

Ed è impossibile elencare i processi a cui ha partecipato: dalla difesa dell’attore cinematografico americano William Berger, al boss Tommaso Buscetta imputato in traffico internazionale di stupefacenti, al contrammiraglio Antonio Di Salvo per il naufragio della nave Stabia, all’omicidio del cittadino inglese Keith Newton a bordo della Fenicia nel porto di Ibiza. E ancora come parte civile nel processo per il sequestro del banchiere Maio Amabile.

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