Cavese, Goh come Balotelli:
«Io insultato perché sono nero»

Massimo Goh, a sinistra, con Moise Kean all'Allianz Stadium di Torino
Massimo Goh, a sinistra, con Moise Kean all'Allianz Stadium di Torino
di ​Fabio Apicella
Lunedì 11 Novembre 2019, 06:35 - Ultimo agg. 16:34
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Dopo l'episodio che ha coinvolto Mario Balotelli durante Verona-Brescia, il razzismo colpisce anche un calciatore della Cavese. Ieri sera, qualche ora dopo la fine della partita di Serie C tra la Cavese e il Catanzaro, sul suo profilo Instagram il giovane attaccante biancoblù Massimo Goh ha denunciato di esser stato vittima di cori razzisti da parte dei tifosi calabresi. L’ex attaccante delle giovanili della Juventus (è cugino di Moise Kean) non aveva preso parte alla gara, rimanendo in panchina per tutto l’arco della partita: l’episodio da lui denunciato sarebbe accaduto al termine del match, all’ingresso dei calciatori nel tunnel che conduce negli spogliatoi. Dagli spalti non si era notato granché, se non una sorta di battibecco tra lo stesso calciatore e qualche tifoso avversario prontamente sedato dall’altro attaccante della Cavese Germinale che, letteralmente, ha trascinato il compagno di squadra nel tunnel.

Dopo qualche ora, su Instagram, è però apparsa la storia in cui Goh lamenta di essere stato colpito già nella gara precedente, disputata a Lentini contro la Sicula Leonzio, da offese di stampo razzista: «Seconda domenica consecutiva che vengo insultato per il colore della mia pelle, la prima volta non ho detto niente, e ho sbagliato, ma ora ne ho abbastanza di sto schifo... ma ci rendiamo conto? Parliamo di calcio, ci stanno gli sfottò e ci sono mille modi per insultare una persona. Non mi interessa se era uno o dieci o cinquanta, in tanti mi hanno detto di “lasciare stare” ma io non lascio stare, per me chi sbaglia paga. Ste persone qua non devono entrare negli stadi, ste persone qua si devono squalificare per un po’ d’anni. Il razzismo va oltre il calcio, è un tasto che non si deve toccare... sono nero e sono fiero... come sono italiano e sono fiero». Il messaggio del giovane calciatore non lascia spazio a interpretazioni e vede sotto accusa alcuni tifosi del Catanzaro e della Sicula.

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