Emergenza cinghiali nel Parco del Cilento: arriva l'Esercito

La convenzione è già stata sottoscritta. Già effettuati anche i sopralluoghi per capire dove l’intervento dell’Esercito può essere previsto.

I cinghiali
I cinghiali
di Carmela Santi
Mercoledì 6 Marzo 2024, 07:00
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Emergenza cinghiali nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. È pronto a scendere in campo l’Esercito per fronteggiare la presenza eccessiva di ungulati. La convenzione è già stata sottoscritta. Già effettuati anche i sopralluoghi per capire dove l’intervento dell’Esercito può essere previsto. I militari si occuperanno della cattura e dell’abbattimento degli ungulati. La proposta era già stata lanciata nei mesi scorsi da Coldiretti. Un modo per affrontare un problema ormai atavico. I cinghiali inizialmente rappresentavano un problema unicamente per le coltivazioni.

Oggi sono anche causa di incidenti e provocano malattie. Le comunità del Parco sono esasperate e da più parti si invocano azioni forti e mirate. Dal canto suo l’Ente di Vallo della Lucania monitora la situazione mettendo in campo valide iniziative: dai selecontrollori ai centri di raccolta ma il problema resta. Anzi sembra crescere a dismisura. Gli ungulati sono presenti ovunque, dalla costa all’entroterra. Nei centri abitati non è difficile trovarli dinanzi alle abitazioni e lungo le strade sono causa di gravi incidenti stradali. L’eccessiva presenza degli animali selvatici è una vera e propria emergenza che incide sulla sicurezza delle persone oltre che sull’economia e sul lavoro. «I militari - annuncia il consigliere dell’Ente Parco Francesco Bellomo - affiancheranno i selecontrollori già operativi sul nostro territorio. Sono già stati effettuati dei sopralluoghi. Speriamo di arginare la problematica che sta assumendo una entità preoccupante». Bellomo, tra i consiglieri del neo direttivo del Parco, assicura: «l’emergenza cinghiali è tra le priorità del nuovo consiglio di amministrazione».

L’intervento dell’Esercito sarà importante per contenere il fenomeno. I cittadini sono scoraggiati e chiedono risposte immediate: ormai in molti credono che il problema non si voglia risolvere per giustificare la richiesta di risorse: sia per il risarcimento dei danni sia per progetti che non risolvono nulla ma sprecano ingente denaro pubblico. Intanto dopo l’adeguamento funzionale e per la dotazione strumentale dei quattro Centri di Raccolta ubicati tra Felitto, Roscigno, Morigerati e Cuccaro Vetere, l’Ente Parco ha perfezionato un modello sperimentale di commercializzazione della carne di cinghiale che da settimane sta dando i suoi risultati.

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Considerata la problematica e in considerazione degli ulteriori 300 selecontrollori che sono stati abilitati per un totale di 600 selecontrollori, il Parco amplierà la Rete dei Centri di Raccolta mediante il coinvolgimento degli Enti locali del territorio attualmente scoperti. 
 

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