Falso positivo, paura per il dirigente Asl:
«Non riuscivo a spiegarmi il contagio»

Falso positivo, paura per il dirigente Asl: «Non riuscivo a spiegarmi il contagio»
di Carmela Santi
Giovedì 28 Maggio 2020, 06:10 - Ultimo agg. 16:28
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«È stato un breve ma terribile momento di falsa positività. Ringrazio i tanti colleghi che mi sono stati vicino». Il dirigente amministrativo dell’Asl di Salerno residente a Vallo tira un sospiro di sollievo. Non ha il coronavirus. Il suo è stato un caso di falsa positività. È risultato negativo il secondo tampone fatto eseguire già nella giornata di martedì dal direttore del distretto sanitario di Vallo Adamo Maiese. Negativi anche i tamponi della moglie e dei suoi due bambini di cui il più piccolo di pochi anni. Per il 49enne sono state ventiquattro lunghe ore di attesa e di apprensione. Lunedì sera era arrivato l’esito positivo del primo tampone eseguito ad Eboli. Poi smentito ieri dal secondo tampone con esito negativo analizzato a Salerno. Allo stesso modo sono risultati negativi gli esami del sangue che non hanno rilevato la presenza di anticorpi al Covid 19. Per ogni certezza fra 24 ore sarà fatto un nuovo fa tampone ma la famiglia di Vallo tira un sospiro di sollievo. 

Il dirigente amministrativo davvero non riusciva a spiegarsi come era stato possibile il contagio. «Dall’inizio dell’emergenza sanitaria - ribadisce - con spirito di abnegazione ho profuso ogni sforzo possibile al fine di fornire il mio contributo al funzionamento della macchina burocratica amministrativa, senza assentarmi un solo giorno dal lavoro, favorendo l’accesso allo smart working dei miei collaboratori proprio al fine di garantire il rispetto del distanziamento sociale nei diversi uffici e richiedendo a tutti i colleghi e collaboratori il rispetto delle norme di sicurezza quali l’uso dei dispositivi individuali di protezione. Inoltre, di concerto con le direzioni sanitarie delle strutture che dirigo, ho richiesto continui interventi di sanificazione dei locali sia preventivi che a seguito di segnalazioni dei casi a rischio». 
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