Dializzato positivo di Vallo della Lucania costretto a percorrere, ogni settimana, più di 150 chilometri per il trattamento perché le uniche strutture dedicate sono nel napoletano. La segnalazione giunge dall'associazione di categoria, che evidenzia come non siano pochi anche i trapiantati obbligati a questo calvario. Sfondata quota 320mila contagi, intanto, con gli altri mille positivi di ieri, di cui 128 a Salerno città. Tra questi anche un neonato.
Dializzato e positivo al covid è costretto a percorrere in ambulanza, ogni settimana, da Vallo della Lucania a Napoli, perché solo in provincia di Napoli ci sono i centri specializzati per il trattamento dei pazienti contagiati dal Coronavirus. Tutto a spese sue. Un tragitto di 150 chilometri, che può costare intorno ai 200 euro. «Ci sono purtroppo molti pazienti in queste condizioni spiega Luisanna Annunziata, segretario regionale dell'Aned Campania, l'Associazione nazionale emodializzati e trapiantati renali Persone trapiantate che sono positive al Covid e non possono fare la dialisi nelle province di appartenenza, perché i centri non sono attrezzati per dializzare i positivi. Sono così costrette a venire a Napoli, dove ci sono alcuni centri specializzati. Ma a spese loro. Con un costo dell'ambulanza privata che cambia a seconda dei tariffari e della distanza. Una situazione intollerabile, che abbiamo segnalato anche alla Regione Campania».
Sono 1032 i tamponi positivi comunicati ieri dall'Unità di crisi, che porta la conta complessiva a 320mila 754 dall'inizio della pandemia.
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Nonostante la proroga dei precari al Ruggi, si registrano ancora gravi carenze di personale. Si sconta l'assenza di 15 infermieri pediatrici, che garantirebbero l'attivazione del percorso del servizio di trasporto in emergenza neonatale (Sten) regionale; 30 tecnici sanitari di laboratorio biomedico, operatori ridotti all'osso ma che per garantire i servizi sia ospedalieri che per gli utenti esterni sono costretti a sobbarcarsi quotidianamente di lavoro straordinario; oltre 20 tecnici sanitari di radiologia, carenti in tutti i servizi e in tutti gli stabilimenti e soprattutto nel presidio Ruggi, dove tante sono le attività di importanza strategica; almeno altri 50 operatori socio sanitari, poiché diverse sono state le uscite, ma mai rimpiazzate. «Bene le proroghe per oltre 700 lavoratori scrivono i segretari della Cisl Fp di Salerno Pietro Antonacchio e Alfonso Della Porta - da subito però bisogna programmare per il futuro dell'ente. Le stabilizzazioni, secondo normativa vigente, sarebbero un atto fondamentale, ma bisogna constatare che il fabbisogno d'organico non sarebbe colmato con la trasformazione dei contratti a tempo indeterminato».