Spaccio in costiera amalfitana, stangata in arrivo per la gang di pusher

Mario Bros, il nomignolo del 32enne vietrese acquistava sostanze stupefacenti dall’estero, in particolare da Olanda e Spagna. La droga, però, veniva reperita anche dal napoletano e dall’agro nocerino sarnese

Il tribunale di Salerno
Il tribunale di Salerno
di Viviana De Vita
Mercoledì 27 Settembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 07:28
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Stangata in arrivo per i componenti della rete di pusher, sgominata nel novembre dello scorso anno dai carabinieri, che spacciava sostanze stupefacenti in gran parte della Costiera Amalfitana. Ieri davanti al gup del tribunale di Salerno, Valeria Campanile, c’è stata la requisitoria del pubblico ministero per 5 dei dieci imputati che hanno chiesto di accedere al giudizio abbreviato. Il magistrato ha chiesto 14 anni di reclusione per Matteo Senatore, il 32enne di Vietri sul Mare meglio noto come Mario Bros ritenuto dagli inquirenti a capo della gang; stessa pena per Raffaele Mammato di Maiori; 7 anni e 4 mesi per Eugenio Pierri di Cava de’ Tirreni; 8 anni e 8 mesi per Pasquale D’Elia; 6 anni e 8 mesi per Salvatore Rinaldi (entrambi di Vietri sul Mare).

La sentenza del giudice, all’esito del rito con il giudizio abbreviato, arriverà il prossimo mese davanti al collegio difensivo rappresentato dagli avvocati Domenico Fasano, Marina Manconi e Bonaventura Carrara. Era lo scorso novembre quando, all’esito di un capillare lavoro investigativo, gli inquirenti decapitarono un grosso giro di spaccio attivo in gran parte della Costiera attraverso l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del tribunale di Salerno Carla Di Filippo su richiesta del pubblico ministero della Dda Francesco Rotondo. Punto di riferimento della rete dei pusher era proprio Senatore che, nonostante fosse agli arresti domiciliari, a partire dal 2019 avrebbe spacciato sostanze stupefacenti dalla propria abitazione divenuta, quindi, il fulcro della frenetica attività del gruppo.

Mario Bros, il nomignolo del 32enne vietrese, sfruttando le potenzialità del web, acquistava sostanze stupefacenti dall’estero, in particolare da Olanda e Spagna, per poi rivenderle in Costiera. La droga, però, veniva reperita anche dal napoletano e dall’agro nocerino sarnese. In collaborazione con il compaesano Roberto Siani (l’imputato non ha avanzato alcuna richiesta di rito alternativo) e i fratelli D’Elia, Senatore aveva cercato di coltivare anche due piantagioni di canapa indiana, nella frazione di Raito. Dieci le persone finite nel novembre scorso nel mirino della Procura: Senatore, Siani, Alfonso D’Elia e Pierri devono rispondere a vario titolo pure dell’ipotesi di reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti.

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Per le altre cinque persone coinvolte, Pasquale D’Elia e Salvatore Rinaldi di Napoli, Vincenzo Campanile di Salerno, Daniela Landi di Maiori e Gaetano Bennardino di Tramonti le accuse sono di produzione, detenzione e spaccio di droga. Molti di loro hanno respinto le accuse di spaccio sostenendo che la droga fosse esclusivamente per uso personale.
 

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