Emergenza cinghiali, ultimatum dai sindaci dell'entroterra cilentano e Valle del Calore: «La Regione risolva»

Antonio Marino annuncia la nascita del coordinamento dei primi cittadini: «Distruggono la nostra economia, è ora di fare qualcosa»

I cinghiali
I cinghiali
di Carmela Santi
Giovedì 14 Settembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 07:13
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«Basta cinghiali, o noi o loro». Parte dai comuni delle Valle del Calore la protesta dei sindaci che unendosi al disperato grido di allarme delle comunità locali scendono in campo per fronteggiare l’emergenza cinghiali.

Undici primi cittadini sono pronti a sottoscrivere un documento di protesta che sarà inviato alla Regione Campania e al ministro dell’ambiente. Il documento porterà la firma dei sindaci di Aquara, Campora, Capaccio Paestum, Castelcivita, Castel San Lorenzo, Controne, Felitto, Ottati, Piaggine, Postiglione e Roccadaspide

«Sarà un documento forte - dice - il sindaco di Aquara Antonio Marino che martedì sera ospiterà l’incontro per la presentazione dell’iniziativa - dinanzi ad una emergenza che ha raggiunto livelli insostenibili noi sindaci abbiamo il dovere di dare voce, con una iniziativa concreta, alle richieste di aiuto dei nostri cittadini, notevolmente danneggiati». La presenza degli ungulati rappresenta un grave problema per gli abitanti di tutto il Cilento e non solo, e sta mettendo a rischio diversi tipi di raccolto. Intere colture e strutture ogni giorno vengono distrutte. I cittadini di molti centri dell’entroterra cilentano sono esasperati». 

«I cinghiali - ribadisce Marino - entrano ormai nelle nostre abitazioni ma cosa ancora più grave chi governa non ha certo chiesto il nostro permesso prima di portarceli dentro casa. Ce li siamo trovati e basta. Prima di immetterli sul nostro territorio non ci hanno chiesto il consenso. Ci siamo trovati con queste brutte bestie senza sapere. Ora vorremmo sapere chi ha deciso per noi perché ci hanno procurato un danno gratuito». Per comprendere la rabbia dei sindaci è sufficiente pensare che in alcune zone, a causa dei cinghiali, la produzione di ortaggi come i fagioli bianchi di Controne o come le patate di montagna di Castelcivita, è diminuita drasticamente. Anche la produzione vitivinicola è a rischio, tanto che alcuni agricoltori sono stati costretti ad installare recinzioni apposite, dai costi molto elevati, per tenere lontani gli ungulati.

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«Come vogliamo combattere lo spopolamento dei nostri comuni - ribadisce Marino - se distruggiamo la nostra principale fonte di reddito». Nel documento i primi cittadini daranno voce alle legittime istanze dei cittadini per chiedere soluzioni concrete. L’incontro pubblico si terrà presso il centro sociale Fioravante Serraino, martedì alle 19. Ai sindaci si unisce la voce di Rosario Liguori presidente di Coldiretti di Vallo della Lucania che rivolge un appello a tutte le istituzioni «non lasciate solo gli agricoltori e le aziende agricole, stanno soffrendo come non mai».
 

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