Salerno, doppia indagine per il feto morto prima del parto: oltre all'inchiesta penale c'è anche quella interna

L'azienda ospedaliera di Salerno si interroga sul perchè non sia stato effettuato da subito un cesareo

L'ospedale Ruggi di Salerno
L'ospedale Ruggi di Salerno
di Sabino Russo
Sabato 30 Marzo 2024, 06:10
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Doppia indagine per far luce sul decesso del neonato al momento del parto al Ruggi. Si procederà sia sul fronte giudiziario che su quello interno, per capire cosa sia successo nelle ore che dovevano accompagnare il parto di una 35enne dei Picentini, alla 41esima settimana di gravidanza, alla quale è stata effettuata una induzione del travaglio, che avrebbe, però, ridotto notevolmente il liquido amniotico, provocando così il decesso del piccolo. Nel frattempo, sarebbe stato effettuato anche l’esame autoptico sul corpino del bambino. La donna era ricoverata da tre giorni al Ruggi nel reparto di ginecologia, dove era in attesa di dare alla luce il suo primo bambino, dopo alcuni tentativi non andati bene. Stando alle prime ricostruzioni, alla 35enne, sarebbe stata effettuato un parto indotto, che consiste nella stimolazione delle contrazioni uterine prima del travaglio spontaneo, allo scopo di consentire il parto vaginale. Bisognerà capire, ora, perché la stessa non sia stata sottoposta a taglio cesareo. Il piccolo, nei precedenti controlli, sarebbe risultato in perfetto stato di salute. Dopo la tragedia, alla donna è stato necessario praticare il taglio cesareo per far nascere il feto, sotto shock per l’accaduto. A questo punto, si dovrebbe procedere su due diversi fronti. Da una parte c’è quello familiare, con la famiglia che vuole conoscere la verità e accertare eventuali responsabilità, dall’altra c’è l’indagine interna che i vertici dell’azienda ospedaliera dovrebbe avviare nei prossimi giorni.

LA NOVITÀ

Attivato, nel frattempo, il centro di procreazione medicalmente assistito al Ruggi, al quale potranno rivolgersi le coppie con diagnosi di sterilità che desiderano avere figli. «In Italia si stima che il 5 per cento dei bambini sia nato in seguito alla fecondazione assistita – dichiara il responsabile Giorgio Colarieti – Fino ad oggi i residenti di Salerno hanno dovuto ricorrere a centri privati o andare all'estero.

Adesso sarà possibile offrire loro questo servizio in una struttura pubblica, grazie all'impegno concreto dimostrato dall'azienda, con il reclutamento di personale esperto dedicato, l'investimento in tecnologie innovative e la realizzazione di una nuova struttura in cui opera un equipe multidisciplinare altamente specializzata, che utilizza le tecniche più avanzate e le attrezzature più sofisticate oggi disponibili, simili a quelle di cui sono dotati i centri di eccellenza presenti all'estero». Dal primo aprile, tutti potranno accedere, senza pagare alcun ticket, prenotando la prima visita contattando il cup regionale, avendo preventivamente acquisito impegnativa del medico di medicina generale rilasciata alla donna di età non superiore ai 46 anni. Inoltre, i cittadini affetti da patologie tumorali o cronico-degenerative in età fertile che rischiano a causa di terapie invasive la compromissione della fertilità, avranno la possibilità presso il nosocomio di Salerno, di crioconsevare i gameti o il tessuto ovarico.

Contestualmente è partito anche il sistema di trasporto in emergenza neonatale, che copre un bacino di possibile utenza pari a circa 10mila parti/anno. Il servizio effettua interventi tempestivi, efficaci e sicuri, qualora un neonato, venuto alla luce in punti nascita geograficamente disagiati e sprovvisti di Tin, abbia bisogno di assistenza ultra specialistica, con relativo trasporto presso i centri Tin o di altra ultra-specialità pediatrica in grado di garantire ed erogare le cure indispensabili in caso di gravi insufficienze respiratorie, peso inferiore a 2 kg, cardiopatie congenite, scompenso cardiaco, malformazioni. Tra Salerno e Avellino, ogni anno, circa 300 neonati hanno bisogno di supporto ultra specialistico.

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