«Lola in punta d'ali», stasera al Verdi di Salerno il film sulla danzatrice immobilizzata dalla Sla

«Lola in punta d'ali», stasera al Verdi di Salerno il film sulla danzatrice immobilizzata dalla Sla
di Mariangela Adinolfi
Sabato 7 Maggio 2016, 13:53
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Le ciglia come le ali di una farfalla. Per volare con il pensiero evitando i luoghi oscuri della mente. E danzare, oltre il corpo, oltre la sua stessa malattia, sempre in punta d’ali. Con i movimenti di angeli caduti sulla terra per immaginare un mondo migliore. 
È l’essenza del cortometraggio «Lola in punta d’ali» del regista Luca Guardabascio, tratto dall’omonimo libro scritto dalla «Libellula», la cavese Apollonia d’Arienzo, immobilizzata da quasi vent’anni per la sclerosi laterale amiotrofica. Il corto, della durata di 17 minuti e 38 secondi, sarà proiettato oggi alle 20,30 al Teatro Verdi di Salerno. Nel cast attori come Enzo Decaro, Kevin Capece, Carla Russo, Pino D’Aloia per raccontare «il continuare a danzare» di Lola. La proiezione rappresenterà il momento clou della serata spettacolo diretta da Luigi Ferrone con la partecipazione di Enzo Decaro, del musicista Frank Affolter, dei ballerini del San Carlo, del cantante Manuel Foresta, del soprano Margherita De Angelis, di Eleonora Corrado, delle allieve della Coreia con le coreografie di Carmela Bucciarelli. Si esibiranno anche Roberto D’Urso, Ilaria Leone, Rossella Gallo. In sala con la sorella Maria Rosaria e Carmen Guarino, dopo quasi due anni dall’ultima uscita, ci sarà anche Lolita che assisterà allo spettacolo. La tenacia e la forza di Lola nelle parole di Enzo Decaro che nel film interpreta il suo dottore. «Anche se il tuo corpo ti tradirà, il tuo pensiero non lo farà. Sarà difficile, ma questa sfida potrebbe essere la tua coreografia più bella». Lola è una ricercatrice, e come sottolinea Decaro «è una paziente con molta pazienza», e parafrasando le parole del sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, «è un simbolo di ottimismo, la sua presenza è inestimabile». Regala a tutti noi una grande lezione. «Traccia una strada da seguire - rivela Luca Guardabascio- della sua accettazione della malattia, che nel film diviene la sua migliore amica». Un lavoro che procede per sottrazioni. L’opera nata come un promo si trasforma presto in un corto che sarà proiettato anche in America e potrà essere portato a festival nazionali ed internazionali. «Dagli sguardi alle emozioni ancestrali - conclude il regista - senza minimalismi. Per rivelare, tra pensieri e poesie, il flusso di coscienza di Lola». 
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