Francesco Esposito prefetto di Salerno: collaborazione e dialogo fondamentali per garantire la sicurezza

Tra le priorità per il prossimo anno; censire le telecamere della videosorveglianza e cambiare il piano di controllo del territorio perchè vecchio

Il prefetto Francesco Esposito
Il prefetto Francesco Esposito
di Petronilla Carillo
Domenica 24 Dicembre 2023, 06:50 - Ultimo agg. 15:30
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Armonia e soluzione dei problemi. Dialogo e mediazione istituzionale. Parole che il prefetto di Salerno Francesco Esposito ripete come un mantra perché, in fondo, sono il motore della sua azione di Governo. Per lui è il primo Natale nella sua città da prefetto, un’emozione unica che diventa anche una costante sfida. Il suo obiettivo è di creare armonia tra le diverse componenti della società civile anche grazie al contributo dei corpi intermedi: «l’opera delle organizzazioni sindacali, delle associazioni di categoria e di altri enti è preziosa perché consente di interpretare il più possibile il disagio della comunità e, al tempo stesso, di condividere e spiegare le scelte e gli indirizzi governativi», dice. Intanto in due mesi sono tante le iniziative che ha già avviato e, per il 2024, spera di poter tirare le somme su quei progetti a breve termine, come la riorganizzazione del sistema sicurezza in città.

Prefetto, la sicurezza è un punto fondamentale della sua azione di Governo...
«Non è la sola, direi. Credo che non si possa parlare di sicurezza distinguendola da altri importanti fenomeni come la dispersione scolastica, il disagio giovanile, l’integrazione degli immigrati, la collaborazione sociale... In questi mesi ho avuto modo di conoscere ed apprezzare gli operatori della sicurezza e devo dire che il lavoro di polizia, carabinieri e guardia finanza sono un valore aggiunto per la garanzia di tutti i cittadini, ai quali, però devo chiedere più collaborazione sociale che non vuol dire organizzare ronde, che oltre che pericoloso può essere anche di intralcio all’azione delle forze di polizia. C’è però un problema al quale stiamo lavorando per porre rimedio: il controllo del territorio che avviene attraverso una ripartizione di competenze e una alternanza quotidiana di forze nelle cinque macro aree indicate, deve essere assolutamente aggiornato perché risale al 2003-2004. Da allora sono cambiate tante cose. C’è stato un maggior sviluppo di alcune aree, basti pensare alla zona est delle città verso la quale dobbiamo ora prestare maggiore attenzione a causa dell’urbanizzazione, dell’esplosione di attività commerciali. E sono cambiate anche le esigenze di altre zone della città perché ci sono stati dei mutamenti anche nel tipo di emergenze da affrontare. Su questo stiamo lavorando tutti insieme, per raccogliere dati e verificare lo stato del territorio così da riammodernare quel piano di controllo in base alle nuove esigenze».

 

Quando si parla di sicurezza non si può non parlare di videosorveglianza...
«Un tema molto caro a tutti... Proprio perché ci siamo resi conto che manca una fotografia esatta degli impianti funzionanti sul territorio, ho chiesto ai sindaci della provincia di portare dati certi che possano diventare il punto di partenza per un progetto molto più ampio. Magari anche consortile in alcune aree della provincia. Coinvolgendo anche i privati. Abbiamo firmato, ad esempio, un protocollo con i tabaccai e i farmacisti per incentivare l’impianto di telecamere davanti e dentro i loro negozi e con la Camera di Commercio abbiamo lavorato ad un bando per la concessione di contributi per sistemi di video sorveglianza digitale. Dal 2020 ad oggi sono state installate oltre 1.300 telecamere nei comuni della provincia di Salerno grazie a progetti approvati dalla Prefettura di Salerno e dal Ministero dell’Interno: ora dobbiamo vedere quanto siano ancora validi i loro sistemi operativi perché le telecamere devono essere direttamente collegate con le centrali operative delle forze dell’ordine. Ma ci siamo resi conto che ciò che manca è la manutenzione e nei nuovi progetti chiediamo proprio questo: un impegno di spesa per la manutenzione».

 

La Prefettura è anche particolarmente impegnata a sostenere la legalità dell’azione amministrativa e la prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico...
«L’obiettivo è di prevenire il più possibile il rischio, senza frenare i programmi d’investimento e sviluppo su cui si basa la ripresa e il futuro del nostro Paese dopo la pandemia e con le difficoltà che emergono nell’attuale scenario di crisi internazionale. Gli ingenti investimenti pubblici attirano l’attenzione della criminalità che tende a proporsi sul territorio in maniera silente e subdola, penalizzando l’economia legale e vanificando i programmi di rilancio. Ma, soprattutto, è camaleontica, capace di adeguarsi alle nuove frontiere dell’economia. Occorre compensare esigenze di speditezza e semplificazione nell’attuazione del Pnrr con il rafforzamento della prevenzione. Porteremo avanti un fronte comune con le altre istituzioni e un’opera di sensibilizzazione della società civile a partire dalle categorie economiche che devono essere consapevoli della crescita del rischio, vigilare con crescente attenzione, evitare di avventurarsi in offerte di soluzioni opache che potrebbero apparire vantaggiose ma celare gravi insidie per la propria impresa e per il sistema produttivo locale. C’è però bisogno di rinsaldare la rete a livello territoriale tra enti locali, categorie economiche e produttive e istituzioni preposte alle verifiche: ognuno deve fare la propria parte. Possiamo fare affidamento sui nuovi strumenti di prevenzione collaborativa che, in caso di rapporti occasionali con ambienti contigui alla criminalità organizzata, consentono di mettere sotto osservazione l’attività di un’impresa senza fermarla. Proporremo un affinamento del sistema di controlli preventivi sulle gare d’appalto e sui cantieri delle maggiori opere pubbliche, puntando sulla circolarità e sull’analisi sistematica delle informazioni, con un diretto coinvolgimento delle stazioni appaltanti anche nel monitoraggio dell’esecuzione dell’opera».

 

Se si parla di sicurezza non si può escludere dal discorso il disagio minorile...
«Abbiamo innanzitutto affrontato il complesso problema della dispersione scolastica firmando un protocollo con diverse Istituzioni e con la procura dei Minori. L’abbandono scolastico è un fenomeno molto preoccupante: se i giovani lasciano prematuramente la scuola significa che corrono maggiori rischi di disoccupazione, povertà, esclusione sociale e devianza. Abbiamo condiviso la necessità di portare a regime la procedura di segnalazione dei minori non in regola con l’obbligo scolastico, anche con riferimento alle ultime modifiche normative intervenute a seguito degli eventi di Caivano. È stata poi ritenuta di cruciale importanza l’esigenza di instaurare un dialogo preventivo con le famiglie. È di fondamentale importanza dare alle generazioni più giovani un forte segnale di presenza e vicinanza delle istituzioni, che si adoperano in maniera congiunta per mettere in campo campagne di sensibilizzazione e azioni coordinate per rimuovere il più possibile i fattori che, di fatto, determinano l’evasione e la dispersione scolastica. Per questo motivo ho deciso di andare nelle scuole non per parlare di Prefettura ma per farmi fare domande sulla Costituzione e sul nostro ruolo. Stiamo lavorando ad un protocollo, tra più Istituzioni, finalizzato alla prevenzione ed al contrasto dei comportamenti antisociali dei giovani nell’ambito del divertimento notturno, nelle zone della movida, e nello specifico un patto per rafforzare e promuovere un circuito legale del divertimento e prevenire forme di disagio giovanile. Di qui la necessità di una più stretta collaborazione con i gestori dei locali, le strategie di prevenzione dei fenomeni illegali connessi alle attività di intrattenimento e in particolare realizzare concrete iniziative per la diffusione della “cultura del divertimento” nella legalità ovvero promuovere campagne di sensibilizzazione volte a prevenire l’uso di sostanze stupefacenti e l’abuso di alcolici». 

C’è poi il tema dell’accoglienza e dell’integrazione dei migranti...
«Sul versante dell’accoglienza, la Prefettura oltre a gestire i numerosi sbarchi di migranti, si è ritrovata ad ospitare nel corso di quest’anno presso i diversi centri di accoglienza dislocati sul territorio, circa 1.800 cittadini stranieri. L’accoglienza è stata possibile grazie alla preziosa collaborazione degli amministratori locali, con i quali si è costruita una solida rete. I Centri di accoglienza straordinaria (CAS) presenti nel territorio di questa provincia sono, attualmente, 32, di cui 25 dedicati agli adulti e 7 ai minori stranieri non accompagnati. Ai centri di accoglienza gestiti dalla Prefettura si aggiunge la rete dei centri SAI, gestita direttamente dal Ministero dell’Interno che ospita poco più di 1.000 cittadini stranieri cittadini stranieri che hanno già ottenuto il riconoscimento della protezione internazionale sul territorio nazionale, si tratta di 36 strutture, di cui 27 per adulti e 9 per minori. Ma l’accoglienza non basta se non è accompagnata da un programma di integrazione dello straniero sul territorio. Il 7 dicembre scorso si è tenuta una riunione del Consiglio Territoriale per l’Immigrazione, valutando una serie di ambiti fondamentali perché ci sia integrazione: come il lavoro, i trasporti, le esigenze abitative, la scuola, la sanità e tante altre che possono permettere un reale inserimento del migrante nella nostra società. La Prefettura, componendo tutte le esigenze e valorizzando i punti di forza che sono emersi dal confronto, sta ora predisponendo il “Piano Territoriale di Interventi per la gestione del fenomeno migratorio in Provincia di Salerno”, documento di analisi e pianificazione strategica che consentirà di fotografare le esigenze del territorio in termini di domanda e offerta di lavoro, servizi e infrastrutture disponibili all’accoglienza, nel contempo offrendo suggerimenti, osservazioni e proposte utili per rispondere alle esigenze rappresentate. Bisogna, ovviamente, tenere conto delle peculiarità che contraddistinguono la provincia di Salerno, tra le più estese ed eterogenee a livello nazionale. Per questo la pianificazione si prefigge, in prospettiva, di governare la migrazione di cittadini stranieri non più solo con strumenti di carattere transitorio ed emergenziale ma anche con una organizzazione strutturata in grado progressivamente di mettere in rete istituzioni pubbliche e private per favorire integrazione e inclusione sociale ed economica nella prospettiva di un equilibrato sviluppo del territorio. Nei mesi scorsi abbiamo attivato una importante progettualità sul fondo FAMI, finanziato dal Ministero dell’Interno, per il miglioramento della capacità di gestione degli interventi di integrazione dei cittadini di Paesi terzi in ambito locale, ovvero sostenere lo sviluppo di processi di inserimento socio-lavorativo di lungo periodo delle presenze immigrate sul territorio di riferimento, in fuoriuscita dai circuiti dell’accoglienza attraverso l’analisi puntale dei fabbisogni delle imprese territoriali, l’incrocio tra la domanda e l’offerta di lavoro, favorendo al tempo stesso una adeguata fuoriuscita dai circuiti dell’accoglienza e realizzando un’azione di rafforzamento della propria funzione di governance migratoria sul territorio provinciale, con specifico riferimento all’area del Cilento interno».

È Natale, vuole dire qualcosa ai suoi concittadini?
«Sicuramente auguro loro di trascorrere un sereno Natale raccomandandomi di vivere bene il momento di festa senza troppi eccessi ma divertendosi in maniera sana».

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