Salerno, polemica alla mostra Anima Mundi in difesa del gender fluid: botta e risposta tra artisti ed organizzatori per un tacco 26

La mostra di Salerno Anima Mundi al Museo Diocesano al centro delle polemiche tra artisti e organizzatori per un tacco 26

I due fotografi e l'artista
I due fotografi e l'artista
di Davide Speranza
Martedì 19 Settembre 2023, 06:35
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Prima organizzano la mostra all’interno del Museo Diocesano di Salerno in difesa dei diritti al genderfluid, poi le vessazioni. È quel che è stato denunciato nel contesto della mostra Anima Mundi, organizzata dalla pianista Imma Battista in collaborazione con il Conservatorio Martucci di Salerno, all’interno della rassegna «L’arte per la giustizia». Protagonisti della vicenda sono da una parte i fotografi Sara Napolitano, Tomasso Sansaniello e il modello-controtenore Pasquale Auricchio, dall’altra Maria Teresa Bruno che ricopre la carica di consigliere all’interno della “Salerno Opera S.r.l. Impresa Sociale”, ente incaricato – attraverso “Salerno Sacra” – di curare e valorizzare i siti della Cattedrale di San Matteo, del Museo Diocesano, della Rettoria di San Giorgio e del Tempio di Pomona. La lettera aperta firmata da Napolitano e Auricchio punta il dito contro Salerno Opera, nello specifico contro la stessa Bruno, perché «ineludibilmente contro all’intero mondo gender fluid». I denuncianti motivano la propria mortificazione, indicando la Bruno come la persona che «ha praticamente ostacolato gli artisti sin dal montaggio della mostra, ineducatamente spegnendo le luci durante il concerto con pubblico in sala» e «inoltre Pasquale Auricchio è stato vittima di un attacco discriminatorio da parte della stessa consigliera». A far scattare la scintilla sarebbero state un paio di scarpe indossate da Auricchio, inadeguate alla pavimentazione, e per questo invitato a toglierle. «Le scarpe a cui si riferiva la consigliera sono delle Pleaser Beyond 1020 dal tacco di 26 cm indossate con consuetudine dal controtenore sia perché genderfuid, sia per indole artistica – continuano i denuncianti – Si tiene a far presente che la maggioranza delle donne presenti, compreso la direttrice Imma Battista, la fotografa Napolitano e l’attrice Gerarda Mariconda indossava scarpe con tacco sia a spillo che non. L’ostracismo è continuato non aprendo la mostra al pubblico il giorno successivo, con rollup non più presente all’ingresso della biglietteria, come il manifesto della rassegna, ma spostato nella sala stessa della mostra, non permettendo così ai turisti di sapere che tale esposizione fosse presente».

Ulteriori strascichi sarebbero avvenuti nel pomeriggio di domenica scorsa quando la fotografa e sette visitatori avrebbero trovato la sala chiusa e poi «una scena obbrobriosa: la sala sporca, con l’intonaco a terra, le porte chiuse con il roll up nascosto, un tappeto arrotolato male con un tavolo davanti la “nuova porta d’ingresso”, l’opera principale della mostra a terra rotta e spostata per coprire la muffa del muro e i pezzi sparsi sul pavimento» così scrivono i due artisti. Sul fronte opposto, vengono rigettate tutte le accuse dalla presidente di Salerno Opera, Daniela Andria: «Alcuna condotta di ostacolo o avversione allo svolgimento della manifestazione è stato giammai posto in essere dalla Bruno – esordisce la presidente – La stessa al solo fine di agevolare la fruizione dell’esibizione in atto, ha provveduto come prassi alla regolazione delle luci in sala. Alcuna finalità ostruzionistica è connessa alla riferita condotta, con ogni evidenza mal intesa dai firmatari. La stessa responsabile ha posto in essere la sua funzione di tutela degli spazi; trattasi di pavimento antico a natura artistica e sottoposto alla tutela della Soprintendenza per i Beni culturali. Non si ritiene di riscontrare le schermaglie verbali delle quali sarebbe stata protagonista la dottoressa Bruno, non senza evidenziare tuttavia come esse appaiano difficilmente riferibili alla stessa, non confacendosi alla sua indole nè alla professionalità». E ancora: «Per il danneggiamento dell’opera, si respinge ogni addebito, riservandosi tuttavia, in un’ottica di chiarezza e collaborazione, di assumere informazioni sull’accaduto».

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