Nocera Inferiore, troppi black out: «Così a rischio la lavorazione del pomodoro San Marzano»

La protesta degli imprenditori: cinquanta giorni decisivi, non possiamo fermare i macchinari

Un momento della lavorazione del pomodoro
Un momento della lavorazione del pomodoro
di Nello Ferrigno
Lunedì 31 Luglio 2023, 06:10
4 Minuti di Lettura

«Il pomodoro non può aspettare, hai i suoi tempi dettati dalla natura, raccolto dal campo va trasformato in tempi brevi». Giuseppe Napoletano è un fiume in piena. Anche ieri i suoi 300 dipendenti hanno dovuto incrociare le braccia per gli improvvisi ammanchi di energia elettrica. Le macchine della sua fabbrica nell’area industriale di Nocera Inferiore si sono fermate alcune volte in questi primi giorni della campagna di trasformazione dell’oro rosso. L’amministratore unico di Solania, azienda leader nella trasformazione del pomodoro San Marzano, parla di danni enormi ad un’economia che si basa sulla stagionalità. «Per noi – spiega Napoletano – questi 50 giorni sono fondamentali e non possiamo permetterci pause. Ma non è soltanto il timore che il pomodoro, fermo nei piazzali, deperisca. Il rischio è legato soprattutto ai moderni e sofisticati motori delle macchine di produzione, i continui black out e gli sbalzi di tensione possono provocare danni enormi. Se Enel non ha adeguato le cabine elettriche che forniscono l’area industriale di Fosso Imperatore, nell’attesa metta in funzione i gruppi elettrogeni. La mia fabbrica, come quelle degli altri imprenditori, non può fermarsi». Napoletano ha annotato su un brogliaccio le interruzioni di energia elettrica. «Il primo stop – racconta – lo abbiamo avuto venerdì mattina, è durato circa 30 minuti. Il secondo ieri mattina, altra mezzora di fermo. Ma non è il tempo del black out il vero problema, è quello che ne scaturisce. I motori, soggetti a queste sollecitazioni, si bruciano. Ripararli o sostituirli non costa certo poche centinaia di euro. Le infrastrutture di un’area industriale importante come quella che si trova a Fosso Imperatore, al di là se è lo spicchio di Coifim oppure di Salerno Sviluppo, devono essere adeguate all’attuale domanda di servizi, in questo caso di energia. Potremmo dire lo stesso per la linea di connessione a Internet o altre necessità legate alla produzione. L’area industriale è cresciuta, le fabbriche sono aumentate, i servizi alle imprese no. Eppure qui si crea ricchezza, economia, lavoro». 


L’INIZIATIVA
Alfonso Vicidomini è il presidente del Coifim, il Consorzio degli imprenditori di Fosso Imperatore. Ha incaricato il direttore Marcello Giorgio di inviare una lettera a Enel. «Chiederemo all’azienda – ha spiegato - i motivi di questi disservizi e, soprattutto, cosa intende fare per superarli in tempi rapidi. È indubbio che le cabine elettriche devono essere adeguate alle nuove esigenze dell’area industriale. Nel progetto di rilancio di Fosso Imperatore, immaginato da Coifim, abbiamo dedicato un ampio spazio al problema della fornitura energetica. Alcune aziende, tra cui la mia, si erano anche proposte di mettere a disposizione spazi necessari per le nuove cabine elettriche». L’area industriale di Fosso Imperatore è il più grande polo produttivo di Nocera Inferiore. Nonostante alle spalle abbia una storia tribolata, garantisce occupazione per circa duemila lavoratori grazie all’attività di una cinquantina di aziende per un volume di affari che sfiora il miliardo di euro. È attualmente divisa in zone, tra vecchia e nuova area industriale con regolamenti diversi. L’amministrazione comunale, proprietaria del terreno, è al lavoro per un unico pacchetto di norme. «È necessario arrivare all’integrazione – ha sottolineato il sindaco Paolo De Maio - un anacronistico muro divide le due zone.

Va eliminato, non solo fisicamente, consentendo sinergia tra le aziende e più spazio alle produzioni con un ampliamento di 250 mila metri quadrati. Abbiamo avuto richieste di nuovi insediamenti da oltre 100 imprese».

© RIPRODUZIONE RISERVATA