Mensa ferma al palo nelle scole di Eboli, l'avvio del servizio slitta a dicembre

A inizio ottobre, il sindaco Mario Conte assicurò che la mensa sarebbe partita entro la fine del mese corrente e spiegò che il ritardo era stato determinato da problemi di gestione

Una delle scuole di Eboli
Una delle scuole di Eboli
di Laura Naimoli
Martedì 17 Ottobre 2023, 07:00
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«Se tutto va bene, dicembre. Altrimenti si dovrà aspettare dopo le vacanze di Natale». Questi i tempi previsti dal consigliere Adolfo Lavorgna per riattivare il servizio mensa. Le mamme che già avevano espresso il loro disappunto, ora sono sul piede di guerra. «Ad un mese dall’inizio dell’anno scolastico, non è comprensibile come questa condizione stia diventando cronica, con ripercussioni sulla vita quotidiana di noi genitori, che per ovvie ragioni di lavoro e bisogni personali abbiamo scelto per i nostri figli l’offerta di un orario prolungato con il servizio di refezione scolastica - spiega Elisabetta Di Biase - siamo costretti a barcamenarci con la difficoltà, a conciliare la vita lavorativa con quella familiare».

A inizio ottobre, il sindaco di Eboli, Mario Conte, assicurò che la mensa sarebbe partita entro la fine del mese corrente e spiegò che il ritardo era stato determinato dal trasferimento della funzionaria precedentemente addetta all’area e dal conseguente accorpamento di funzioni. «Si procederà con un affidamento diretto per una somma che ci consente di farlo, così da garantire il servizio per circa tre mesi - ha spiegato Lavorgna - nel frattempo, istruiremo la gara». Il disagio e la protesta però cresce anche sulla base di una polemica di genere scatenatasi tra il comitato genitori, costituito per lo più da madri lavoratrici, e il sindaco.

Quest’ultimo commentò, infatti: «Parlare di mortificazione della figura della donna relativamente al servizio della mensa inquadra la donna proprio in un’archetipo sociale e culturale che si afferma di voler superare». Le donne che lavorano non ci stanno.

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«Sono mamma di tre bambini, ho un’attività imprenditoriale ed il mio disagio per la mensa è notevole - afferma Chiara Tenza - devo organizzarmi con sistemi di aiuto a pagamento o tramite il mutuo soccorso dei nonni.

L’ente dovrebbe dare assistenza a queste coraggiose famiglie che investono nel futuro».

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