Pisciotta: guerra ex sindaco ed ex pm
L’inchiesta dei veleni senza fine

Pisciotta: guerra ex sindaco ed ex pm L’inchiesta dei veleni senza fine
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 16 Febbraio 2017, 12:37
3 Minuti di Lettura
Non bastavano i veleni del nuovo Puc a Pisciotta. E le polemiche. E i rancori. ‘Che ieri la cittadina cilentana si è risvegliata tappezzata di decine e decine di manifesti. Anzi più simili ai dazebao da anni ‘70 che manifesti. Dal centro storico alla Marina, lenzuolate colore pastello che di amichevole non avevano però nulla. Ma non c’entrano le prossime amministrative, né le ultime vicende urbanistiche quanto un’inchiesta della magistratura del gennaio del 2009 contro l’allora sindaco in carica Cesare Festa. Una serie di accuse per una lottizzazione abusiva, 11 giorni ai domiciliari, i processi e, infine, l’assoluzione piena. «Sette sue sette», rimarca lui come una nenia.
«Macelleria giudiziaria a danno di Cesare Festa già sindaco di Pisciotta», è il titolo del manifesto che non lascia spazio a dubbi o equivoci su chi l’abbia firmata. Cesare Festa, appunto, primo cittadino dal 5 aprile 2005 al 7 novembre del medesimo anno e dal 29 maggio 2007 al 3 aprile del 2011. Che si voglia ripresentare alle amministrative di primavera a Pisciotta? Che l’abbia fatto solo per questo? «No, affatto: non è un’operazione elettorale. Lo faccio per il mio onore», dice oggi Festa, un passato nell’Msi e anni e anni al comune di Salerno come consigliere d’opposizione nelle giunte a trazione deluchiana. Camminata lenta e dinoccolata, una faccia che non aveva niente del missino e sempre una borsa di pelle ricolma di documenti in una mano. Se cercavi una delibera o un’ordinanza comunale, ai tempi in cui non esistevano palmari e tablet, lui, voilà, ne aveva una copia in quella borsa. Ma oggi c’è la voglia di rivalsa personale dopo quell’inchiesta che gli ha, accusa, rovinato la vita. «Ho fronteggiato e sconfitto con la forza della verità un’odiosa persecuzione giudiziaria ordita contro di me», scrive nel manifesto. E via ad accuse contro magistrati e carabinieri. «Un vero e proprio complotto è stato architettato. Ma io non mi arrendo - continua nel manifesto - e anzi mi accingo a combattere una durissima battaglia contro qualche spregevole figuro indegno di appartenere alla Benemerita e taluni pseudo magistrati politicizzati ed in malafede, carrieristi ....che a indossare la toga da magistrati disonorano e sporcano con i loro comportamenti pubblici e privati».
Accuse durissime. Non mette nomi e cognomi ma quell’inchiesta porta la firma di ALfredo Greco, al tempo alla procura di Vallo della Lucania ed oggi in quiescenza. «Commentare mi mette a disagio - dice - ma trovo una certa esasperazione nei suoi toni. Non c’è stato alcun intento persecutorio nei suoi confronti come vuole far credere ma mi riservo di recuperare i documenti per ricostruire la vicenda. Sulle accuse poi a magistrati che avrebbero costruito su di lui una carriera non saprei a chi si riferisce. Capisco il suo animo e la sua esasperazione dopo l’assoluzione ma le sentenze si rispettano. E anche gli uomini», chiude l’ex pm.
© RIPRODUZIONE RISERVATA