Rapinò e sequestro il professore per rancore, giovane a giudizio immediato. La vittima abusò di lui

Secondo il Tribunale, il gesto fu motivato da rancore nei confronti dell'uomo

Un'aula di giustizia
Un'aula di giustizia
di Nicola Sorrentino
Lunedì 16 Gennaio 2023, 06:25 - Ultimo agg. 08:30
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Sequestrò e rapinò un ex docente, di 83 anni, con la complicità di un 13enne, in un ufficio nelle disponibilità della vittima. A circa un mese dai fatti, un ragazzo di 18 anni di Pagani va a processo. La formula è quella del rito immediato, chiesto dalla Procura di Nocera Inferiore in ragione degli elementi gravemente indiziari raccolti dai carabinieri, in fase d’indagine. Tra il giovane e la vittima vi era un precedente: l’uomo si trova sotto processo per tentata violenza sessuale. Avrebbe tentato di circuire il ragazzo, quando era minorenne, in cambio di denaro e altre regalie. La vittima fu salvata da un carabiniere in pensione, avvertito da un familiare su quanto stava accadendo in quel locale.

Quel giorno, il giovane rapinò l’anziano di 90 euro, per poi privarlo della sua libertà. Insieme al complice. Il minore indossava un passamontagna e impugnava un bastone, così come il maggiorenne. Il ragazzo chiuse la porta a chiave ed estrasse poi una pistola minacciando l’uomo. Il ragazzo pretendeva 5000 euro, rivendicando la cifra - a dire del racconto del docente - come se la stesse attendendo da tempo.

L’anziano si vide puntare prima la pistola alla tempia e poi al mento. In seguito, fu condotto sul retro del locale, minacciato nuovamente da uno dei due ragazzi, che minacciarono di colpirlo con un martello da fabbro e un attizzafuoco. Infine, gli avrebbero impedito di parlare liberamente con un parente, sopraggiunto nel frattempo. L’uomo riuscì - con una scusa - ad uscire all’esterno una prima volta, allertando la famiglia su quanto stava accadendo. Quando arrivò il militare, i due ragazzi non opposero resistenza, consegnando le armi. Durante l’interrogatorio di garanzia – il 18enne finì ai domiciliari - il giovane si difese, fornendo una sua versione e spiegando di aver fatto visita al docente, per chiedergli il motivo della sua assenza all’udienza, dove l’anziano è imputato. In realtà, per l’udienza era previsto un rinvio.

Di recente, il Tribunale del Riesame ha confermato la misura cautelare per il ragazzo, spiegando come quest’ultimo fosse «animato da rancore nei confronti della vittima, ha preteso di farsi giustizia da sé, ricorrendo a gesti di estrema violenza, e la capacità di rinvenimento di una pistola ad aria compressa, oltre che di due bastoni e un coltello, utilizzati per portare a termine il suo proposito criminoso, sono tutti elementi sintomatici della personalità allarmante del prevenuto che necessariamente deve essere contenuta, onde evitare la ricaduta in analoghi episodi recidivanti». Per i giudici il 18enne era mosso da «forte rancore, in ragione della durata del procedimento penale, ancora in corso, e che ha rappresentato la base del movente dell’azione criminosa». Per lui ci sarà il processo, mentre per l’amico 13enne sarà la Procura dei Minori di Salerno a fare ogni valutazione utile.

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