Salerno, spari al Mulino Urbano: il gup condanna Roberto Bianco jr

Spari al Mulino Urbano di Salerno, condannato in abbreviato Roberto Bianco jr

La vetrata del Mulino Urbano distrutta dagli spari
La vetrata del Mulino Urbano distrutta dagli spari
di Angela Trocini
Martedì 18 Luglio 2023, 06:55 - Ultimo agg. 19 Luglio, 08:11
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È stato condannato a 4 anni e 2 mesi di reclusione Roberto Bianco junior per l’attentato al Mulino Bianco in piazza Malta a Salerno.

La sentenza, per detenzione e porto di pistola, ricettazione ed esplosione di colpi da fuoco, è stata emessa in abbreviato dal gup Piero Indinnimeo del Tribunale di Salerno che su istanza dei difensori dell’imputato, gli avvocati Silverio Sica ed Armando Melillo, potrebbe disporre a breve una nuova consulenza psichiatrica per valutare la compatibilità o meno di Bianco con il regime carcerario (il perito Bartoli ha stabilito sia la capacità d’intendere e volere al momento dei fatti che di stare in giudizio, riconoscendo però una patologia di schizofrenia paranoide avendo commesso il detenuto una serie di atti autolesionisti come ingerire viti, bulloni, e provocando risse con altri detenuti, distrutto arredi della cella e incendiato un accappatoio). Sul punto il pm si è riservato il parere. 

Per le accuse, due furono le pistole utilizzate per esplodere, a dicembre dello scorso anno, i colpi che danneggiarono la vetrina della nota attività commerciale: una utilizzata da Roberto Bianco junior e l’altra da un minorenne, suo amico (già condannato, la scorsa settimana, dal gup del Tribunale per i minorenni). Le telecamere degli esercizi commerciali presenti in zona ripresero una Smart Fortwo di colore bianco che si fermò in via Pirro, a poca distanza dal panificio Mulino Urbano. E dalle stesse immagini, pochi secondo dopo l’arrivo della macchina, fu ripreso un uomo corpulento avvicinarsi a piedi alla porta dell’attività commerciale brandendo una pistola (secondo le accuse, Bianco).

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Subito dopo l’uomo venne raggiunto da un altro soggetto (il 17enne) travisato, armato di pistola che sparò verso la vetrina del panificio. Immagini che avrebbero dimostrato come i due, che furono fermati da una pattuglia dei carabinieri una mezzora dopo l’attentato, erano le stesse persone riprese dalle telecamere, sia per fattezze fisiche che per gli abiti indossati. Inoltre la pistola trovata in possesso al maggiorenne (una calibro 45 marca Kimber completa di caricatore e con il colpo in canna) risulterebbe simile per forma, colore e dimensione con quella impugnata dal soggetto che esplose i colpi verso il panificio oltre ad essere compatibile per calibro con i bossoli rinvenuti. Inoltre, in un successivo sopralluogo, a pochi metri di distanza dal luogo in cui Bianco si era disfatto della pistola, i carabinieri trovarono una pistola a tamburo Smith&Wesson calibro 39, contenente tre colpi integri e due bossoli.

E, visto che il secondo attentatore del panificio aveva utilizzato un’arma di piccole dimensioni, sparando solo due volte, appariva presumibile che l’arma fosse stata utilizzata per mettere a segno l’attentato avvenuto intorno all’1,55 del 12 dicembre scorso, 25 minuti prima rispetto al fermo dei due soggetti (all’incirca alle 2,20). In quell’occasione, Bianco junior alla vista dell’auto della sezione radiomobile della compagnia di Salerno, che transitava nel rione Petrosino, prima frenò di colpo e poi cercò di speronare l’auto militare per darsi alla fuga. Tentativo non riuscito. Fin da subito, si ipotizzò che i due episodi (la sparatoria contro l’attività commerciale e il fermo dei due soggetti al rione Petrosino) fossero collegati tra loro, ma solo le successive indagini avrebbero chiarito i fatti avvenuti la notte del 12 dicembre 2022 fino alla duplice condanna sia di Bianco junior che del minorenne.

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