Salerno, non solo influenza: al Ruggi il "pienone" delle feste

Assistenza territoriale flop, i pazienti si riversano al San Leonardo

Il Ruggi
Il Ruggi
di ​Sabino Russo
Giovedì 28 Dicembre 2023, 04:45 - Ultimo agg. 16:29
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Festività di Natale, si fermano medici e pediatri di famiglia, la guardia medica risulta spesso irraggiungibile al telefono e torna a riempirsi il pronto soccorso, anche quello pediatrico. Criticità che si sono presentate anche quest’anno al Ruggi, dove il personale sanitario è chiamato a un superlavoro. Ieri, complice anche l’attività a ranghi ridotti degli ospedali più piccoli, erano presenti 12 codici rossi. Sono invece 14, in appena due giorni, gli accessi per frattura di femore. A risultare pieni, sono tutti i reparti.

È stato un Natale da malati per tanti: il picco di influenza e covid è arrivato proprio ora. E di contorno, alla faccia delle patate al forno, ci sono sindromi para-influenzali varie, sindromi gastrointestinali e virus respiratorio sinciziale per i bambini. Un mix che ha messo ko tanti e che per alcuni si è tradotto anche in più infezioni contratte contemporaneamente. E così sono giornate difficili anche in pronto soccorso, dove nonostante le festività – in cui chi può generalmente evita l’accesso nel reparto delle urgenze e aspetta il 27 dicembre – gli accessi sono aumentati, soprattutto per quanto riguarda gli anziani.

La situazione è ancora gestibile, come spiegano dal Ruggi, ma alcune indicazioni invitano a più di una riflessione. Ieri pomeriggio, infatti, erano 12 i codici rossi arrivati, così come, in soli due giorni, si è registrato l’arrivo di ben 14 fratture di femore.

«Siamo alle solite – spiega Francesco Bruno della Cgil medici – Quando c’è un periodo festivo tutto viene scaricato sul Ruggi. È impensabile arrivare ad avere una domanda di soccorso che i colleghi non riescono a soddisfare. Tutto questo si scarica su tutti i reparti. O si fa una rete territoriale seria o prima o poi questa situazione andrà al collasso». Nei prossimi giorni si spera che la situazione rientri e che gli accessi al pronto soccorso inizino a calare, assieme ovviamente ai ricoveri: quelli per le persone più anziane e fragili e quelli in pediatria per i bambini che, soprattutto se molto piccoli, possono talvolta aver bisogno di un aiuto per superare la fase acuta della malattia. Tra i sintomi che tanti stanno sperimentando c’è un po’ di tutto: febbre, malessere generale, mal di testa, mal di gola, tosse che può essere anche secca e dolorosa nel petto, pure la nausea o il reflusso gastroesofageo talvolta. Come spiegato dagli esperti, dopo la pandemia il clou dell’influenza sembra essere stato anticipato a fine dicembre, invece che tra gennaio, febbraio e marzo. E dopo gli anni di chiusura quest’anno le sindromi influenzali paiono intenzionate, purtroppo, a prendersi la rivincita. I salernitani che trascorreranno le festività alle prese con i malanni di stagione saranno circa 30mila. Tante le persone con influenza, raffreddori, tosse e altri virus respiratori. Non manca poi il Covid, che si conferma anche negli ultimi sette giorni con una media di 1500 casi in provincia e con sintomi variegati, più o meno accentuati.

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La raccomandazione per tutti è, innanzitutto, il riposo per quanto possibile, e solo per i fragili, laddove indicato, l’aggiunta dell’antivirale. Per gli altri si possono assumere farmaci antinfiammatori, a patto che si faccia un’automedicazione responsabile. No assoluto all’antibiotico autoprescritto e, comunque, sempre rispettando i dosaggi prescritti per attenuare i sintomi senza azzerarli. Ricordiamo che la febbre stessa è un sintomo positivo dell’organismo, dell’infiammazione intesa come risposta immunitaria per colpire il virus. Quindi, ciò non significa stare con il febbrone da cavallo, ma neanche fare gli eroi ignorando la malattia. Infine, se si ha un qualche sintomo, si può indossare una mascherina chirurgica che, come abbiamo imparato, protegge gli altri, a differenza della FFp2 che ci protegge anche dagli altri. La vaccinazione rimane, comunque, un atto di assoluta responsabilità. Dobbiamo ricordare che, per quanto l’aggressività del virus si possa essere attenuata, le persone più fragili restano comunque a rischio. Per questo, vaccinarsi significa essere responsabili verso il prossimo, prima ancora che verso se stessi.

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