Salerno, il regolamento di polizia e il cortocircuito tra politica e movida

Le nuove misure approvate in giunta e poi rinviate in consiglio comunale

Ragazzini giocano a pallone in piazza Flavio Gioia
Ragazzini giocano a pallone in piazza Flavio Gioia
di Carla Errico
Venerdì 29 Marzo 2024, 07:45 - Ultimo agg. 08:20
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Non sembra da sottovalutare la vicenda del nuovo regolamento di polizia urbana approvato in giunta e poi rinviato (a quando?) in consiglio comunale. Perché evidenzia malesseri politici nella maggioranza che sorregge il sindaco Enzo Napoli e la sua giunta. Ma, e forse soprattutto, anche perché evidenzia un nuovo cortocircuito tra la città, i suoi imprenditori, e chi la amministra.

Dunque, capita che dopo ventun anni si metta mano al suddetto regolamento, come peraltro accade in altre città, e con gli stessi ritardi. Chi propone e fa approvare in giunta il regolamento è l'assessore Claudio Tringali, vale a dire l'ultimo superstite tra i tre tecnici reclutati al governo municipale di Salerno nel momento (assai) critico della inchiesta sulle cooperative sociali che tanto ha inciso sulla gestione municipale oltre che sui servizi (mal) resi ai cittadini.

Ebbene, cosa accade ora? C'è un latente conflitto tra l’ultimo dei tecnici ed i politici cosiddetti “puri”, coloro cioè che rappresentano chi li ha elargiti di consensi e che ai loro elettori fanno, naturalmente, cassa di risonanza.

I politici “puri” sembrano timorosi dell’ostilità che i nuovi vincoli potranno incontrare tra i commercianti e gli operatori della movida. Il che sembra una preoccupazione preventiva e probabilmente eccessiva, se è vero che tra gli imprenditori della notte in realtà si riscontra poca conoscenza ed ancor minore ostilità al (futuro) regolamento.

Come documentato dalle opinioni raccolte da Barbara Cangiano per Il Mattino, in tanti non gridano allo scandalo per il regolamento bensì invocano attenzione e controlli per quella che è la vera macchia nera del by night salernitano, vale a dire la vendita di alcol ai minorenni, che crea drammi sociali in cambio di pochi spiccioli ai pifferai senza scrupoli dei cicchetti ad un euro. Lo fanno in pochi, danneggiano tutti - oltre che naturalmente i ragazzini - e perciò l’imprenditoria sana chiede alla politica di intervenire. Eccolo, il cortocircuito tra la comunità che riconosce le proprie manchevolezze e chi ne dovrebbe interpretare le necessità.

Dunque, la questione regolamento di polizia urbana è rinviata a tempi migliori, in attesa che si consumi il redde rationem tra gli alleati/antagonisti di palazzo Guerra. Per il divenire politico locale sarà pure un test sul futuro di sorti personali, carriere e destini. A Salerno si voterà un anno dopo le elezioni regionali, è storia tutta da scrivere e con molte variabili tra i più attempati ed i più rampanti del parterre deluchiano che potrebbero ambire a succedere in fascia tricolore al sindaco-architetto.

Intanto però, a chi è fuori da tali logiche resta incomprensibile il “sì, no, forse” che ha scandito la vicenda del regolamento di polizia urbana. Che la movida abbia bisogno di regole e stimoli nuovi è del tutto evidente a chi ci campa (sempre peggio) oltre che a chi la vive (sempre più modestamente). Probabilmente un regolamento ci vuole. E vivaddio, anche qualche idea.

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