Maiori, skipper nei guai per palpeggiamenti e avance ad una turista americana

Il gup e la procura bocciano la sua richiesta di patteggiamento: fatti troppo gravi

Un'aula di tribunale
Un'aula di tribunale
di Viviana De Vita
Giovedì 30 Novembre 2023, 06:45 - Ultimo agg. 08:34
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Dall’America alla Divina costa per trascorrere una vacanza di mare e di sole in uno dei posti più belli del mondo. Quel giro in barca lo avevano prenotato da tempo ma, per una coppia di coniugi americani, si è trasformato in un incubo approdato, ora, in un’aula di tribunale.

Davanti al gup, con la pesante accusa di violenza sessuale, è finito un 43enne di Maiori, skipper in servizio presso una società di noleggio barche situata ad Amalfi. Assistito dall’avvocato Giuseppe Della Monica, l’uomo ha provato a chiudere la vicenda giudiziaria patteggiando un anno di reclusione. Il gup Pietro Indinnimeo, davanti al quale qualche giorno fa si è aperta l’udienza preliminare, non ha ritenuto però la pena congrua rispetto alla gravità delle accuse contestate dalla Procura e ha bocciato il patteggiamento. Si torna in aula lunedì prossimo quando dovrebbe arrivare la sentenza. 

L’episodio risale allo scorso 16 luglio. La coppia, in vacanza ad Amalfi, aveva prenotato per quella domenica un giro in barca che prevedeva una serie di soste negli angoli più incantevoli della Costa Secondo la ricostruzione della Procura fondata sulla denuncia sporta dalla giovane turista americana, la violenza – consistita in palpeggiamenti ripetuti e in approcci da parte dello skipper di natura sessuale – si sarebbe consumata in una manciata di minuti. Il 43enne avrebbe approfittato di un bagno fatto dal marito della turista in un’insenatura nei pressi di Marmorata di Ravello e, una volta solo con la bella americana, avrebbe messo in atto la sua strategia di approccio sessuale.

Nelle carte, redatte dal pubblico ministero Licia Vivaldi, titolare del fascicolo, si parla di «atti insidiosamente rapidi e repentini».

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Secondo la ricostruzione del magistrato, fondata sulla denuncia sporta dalla donna, la turista era rimasta in barca da sola, seduta sul lato guidatore mentre il marito nuotava verso il largo. A quel punto lo skipper cominciò a palpeggiarla. La donna tentò di respingerlo spostando più volte la mano dell’uomo ma lui, invece di demordere, accelerò la velocità della barca portando la turista sempre più al largo lontano dal marito. A quel punto provò ad infilarle una mano nel costume costringendola – scrive il pm nella richiesta di rinvio a giudizio – «a subire atti invasivi della sua libertà sessuale» «compiendo ulteriori atti insidiosi vista anche la situazione di pericolo». A nulla sarebbe valso il tentativo della donna di respingere l’approccio poiché lo skipper avrebbe continuato a palpeggiarla salvo poi fare dietrofront per andare a recuperare il marito. All’uomo la Procura contesta l’aggravante di aver commesso il fatto approfittando di circostanze di luogo tali da ostacolare la pubblica o privata difesa. 

La denuncia scattò parecchie ore dopo. In seguito all’approccio sessuale, lo skipper tornò a riprendere il marito della donna che era del tutto ignaro di quanto accaduto poco prima in barca. I due coniugi continuarono il giro turistico e fecero poi sosta in un ristorante nei pressi di Ravello. Fu lì che la donna raccontò tutto al marito. Agli atti della Procura ci sono anche dei messaggi che la coppia si scambiò al tavolo per evitare di parlare in pubblico di quanto accaduto.

Solo in serata, presso, la stazione dei carabinieri di Amalfi, i due turisti americani formalizzarono la denuncia spiegando di non averla fatta nell’immediatezza perché la donna era ancora sotto choc per quanto accaduto. Immediata l’apertura di un fascicolo da parte del pubblico ministero Licia Vivaldi che, in tempi record, ha chiuso le indagini chiedendo il rinvio a giudizio per lo skipper, sposato e padre di un bambino. 

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