Salerno, strazio e cuori rossi
per l’addio a Pierpaolo

Salerno, strazio e cuori rossi per l’addio a Pierpaolo
di Carmen Incisivo
Giovedì 30 Dicembre 2021, 06:10 - Ultimo agg. 06:37
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È stato il lancio di palloncini rossi a forma di cuore, il gesto simbolico che gli amici di Pierpaolo hanno scelto per tributargli l’ultimo saluto. In centinaia, ieri mattina, si sono recati presso la parrocchia Gesù Risorto di parco Arbostella, il quartiere dove Pierpaolo era cresciuto e dove ieri si è fermato per un ultimo dolorosissimo saluto. Guardando i volti affranti, gli occhi gonfi di pianto, bagnati da lacrime che scendevano copiose ed amare sui loro visi smarriti, si scorgeva la speranza che la leggerezza e la libertà di quei palloncini fosse anche quella di Pierpaolo oggi.

Lontano dal dolore incredibile che continua a serpeggiare tra amici, parenti e semplici conoscenti. Palloncini che danno firma all’auspicio che la disperazione sia rimasta a terra e che lui, invece, si sia librato nel cielo, libero e lontano da una fine improvvisa ed imponderabile. E proprio per questo impossibile da accettare per chiunque. Il rosso dei palloncini si è stagliato nel cielo azzurro, quasi primaverile, ed è l’unico momento in cui lo sguardo dei presenti è volto a qualcos’altro. Poi è seguito un lungo e commosso applauso. È il momento in cui arriva, per molti, la consapevolezza: Pierpaolo se n’è andato davvero e dopo quasi dieci giorni dalla tragica dipartita, è tutto drammaticamente vero. 

Centinaia le mani sul feretro che custodiva le spoglie mortali del giovane, mancato la sera di lunedì 20 dicembre a causa di un malore. Dal decesso del giovane sono passati poco meno di dieci giorni ma ieri mattina la tragedia si è fatta reale più di quanto non sia mai stata: quando la bara di Pierpaolo, adornata da fiori bianchi, è stata portata a spalla in chiesa e poi quando ne è uscita, diretta al cimitero per la tumulazione.

Sequenze di una mattinata surreale perché tra il sagrato e la chiesetta del parco Arbostella c’erano centinaia di persone – non solo amici e parenti ma anche esponenti del mondo istituzionale e politico di cui papà Nino e zia Annamaria fanno parte - ma non si sentiva volare una mosca. Un dolore intenso e compostissimo quello che attanagliava tutti coloro che a Pierpaolo hanno voluto bene. C’è chi aspettava l’arrivo di Pierpaolo dalle 9.00: avanti e indietro sul sagrato, mani sulle spalle, decine di sigarette consumate. Neanche l’omelia del sacerdote che invita a cercare forza nella fede serve a lenire il dolore. Ieri mattina c’erano gli amici d’infanzia, i collaboratori della struttura ricettiva che gestiva assieme al fratello, ci sono i colleghi dei genitori.

C’era Federica, la fidanzata di Pierpaolo che appena pochi giorni fa nell’indirizzare un saluto al suo amato scriveva: «Non si spiega il dolore immenso che mi hai lasciato, non ho la forza di sopravvivere e non voglio pensare di dover essere forte perché la mia forza eri tu. Avevamo mille progetti di vita insieme, stavamo facendo il massimo, tu eri la mia ancora ed io la tua. Ma il destino è stato crudele è mi ha portato via la mia unica felicità». Neanche il sole è riuscito a sciogliere il ghiaccio che ancora attanaglia quanti hanno conosciuto questo 28enne gioioso e schivo, affettuoso e riservato, amatissimo da chiunque l’abbia incrociato anche una sola volta sul proprio cammino. I ricordi, che servono a mettere un po’ di balsamo sul cuore, raccontano di un ragazzo caparbio e determinato, attaccatissimo alla vita e ai suoi affetti. Nelle parole di chi l’ha conosciuto torna a vivere la sua allegria ma anche la sua capacità di stare solo e ritagliarsi momenti di riflessione. Pierpaolo non era l’anima della festa ma era l’amico fidato, il fidanzato concreto, il figlio amorevole e l’uomo che aveva voglia di tracciare e perseguire il suo cammino. Tanti volti che oggi chi l’ha conosciuto tenta di riportare alla memoria per assaporare un po’ di normalità, quella che non esiste dalla sera del 20 dicembre scorso. Il giorno in cui è finito tutto, il giorno su cui la procura è chiamata a fare chiarezza. Non ieri, ieri era solo il giorno del dolore.

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