L'ospedale unico per l'agro nocerino,
i sindaci dicono «no» alla proposta Cgil

L'ospedale unico per l'agro nocerino, i sindaci dicono «no» alla proposta Cgil
di Nello Ferrigno
Sabato 20 Marzo 2021, 06:10 - Ultimo agg. 19:53
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Non ha fatto breccia tra i sindaci la proposta della Cgil provinciale formulata da Arturo Sessa e Antonio Capezzuto, di progettare un nuovo grande ospedale per le città dell’area nord della provincia di Salerno. A quasi tutti è sembrata un’idea di difficile realizzazione soprattutto perché alcuni dei presidi ospedalieri esistenti sono stati recentemente ristrutturati con interventi di riqualificazione e ammodernamento, mentre altri sono di recente costruzione. L’ospedale di Pagani, che va sempre di più verso una specifica collocazione per le malattie oncologiche, è stato ampliato proprio a questo scopo meno di dieci anni fa con la realizzazione della cosiddetta «piastra di emergenza». Così come quello di Scafati che, dopo la chiusura, è stato rimodulato con interventi di ammodernamento e oggi è un ospedale Covid. Anche l’Umberto I di Nocera Inferiore ha visto interventi di riqualificazione quasi continui come il nuovo reparto di Rianimazione oppure quello di Chirurgia. C’è l’ospedale di Sarno, completato una decina di anni fa e quindi, di recente costruzione. «Il mio auspicio – ha detto Manlio Torquato sindaco di Nocera Inferiore – è che non ci si distragga proponendo cose futuristiche e difficilmente realizzabili.

Meglio mettere insieme le forze, come noi sindaci dell’area stiamo facendo, per arrivare all’istituzione di un Dea di secondo livello con l’aggiunta dell’ospedale di Sarno alla rete ospedaliera dell’Agro e della Valle metelliana. La nuova classificazione sarebbe l’anticamera per la costituzione di un’azienda ospedaliera. La Cgil ci sia vicino in questo progetto». Meno diretto il sindaco di Sarno ma comunque definisce l’idea «molto difficile da realizzare». «Potrebbe essere una proposta valida – ha detto Giuseppe Canfora sindaco di Sarno – ma la vedo lontana. Se avessimo tempi certi sarebbe diverso. I nostri ospedali non sono vecchi e fatiscenti, alcuni sono nuovi e continuamente rimodulati».

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