Coronavirus, per Spallanzani e Gemelli c'è ancora bisogno di voi

Coronavirus, per Spallanzani e Gemelli c'è ancora bisogno di voi
di Lorenzo De Cicco
Giovedì 16 Aprile 2020, 07:28 - Ultimo agg. 17 Aprile, 07:23
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Settantasei giorni dopo il ricovero dei primi due contagiati in Italia, la coppia di turisti cinesi ora finalmente guarita, Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani, parte da un numero a quattro cifre: «Mille. Sono i pazienti che abbiamo ricoverato nel nostro istituto e nei nostri spoke dall'inizio dell'emergenza. Una traversata. Com'è andata? Possiamo dire che Roma e il Lazio finora hanno retto l'urto dell'epidemia, grazie a un sistema sanitario capace di farsi trovare pronto fin dall'inizio. Ma non è finita, c'è il rischio un'ondata di ritorno». Messaggio chiaro: «Guai ad allentare la tensione». Ecco perché, aggiunge, è fondamentale continuare ad avere tutte le attrezzature per assistere chi deve lottare contro il Covid. Respiratori e posti di terapia intensiva. Allo Spallanzani e al policlinico Gemelli, le due trincee anti-virus di Roma, è destinata la sottoscrizione del nostro giornale. Una gara di solidarietà tra i lettori che ha già permesso di donare 200 mila euro, subito impiegati per comprare 12 ventilatori polmonari. Insieme agli altri quotidiani della Caltagirone Editore, è stato raccolto e donato, come prima tranche, un milione di euro per alcuni tra i principali ospedali italiani. La nostra iniziativa va avanti, perché la guerra al coronavirus, avvertono gli scienziati, è ancora lunga. E più si avranno macchinari e posti letto a sufficienza, più rimarrà lontano l'incubo di dover decidere chi salvare.
 



RUOLO CHIAVE
«Ci sono ancora molti aspetti che non conosciamo del Covid 19 - prosegue il direttore sanitario dello Spallanzani - ma una cosa l'abbiamo capita: oltre il 10% dei pazienti ha complicanze respiratorie gravi, spesso molto veloci, può succedere tutto nel giro di pochi minuti. A quel punto avere i ventilatori polmonari fa davvero la differenza». Da qui il ringraziamento ai lettori del Messaggero, «un giornale che si è fatto interprete di un sentimento molto diffuso tra i romani di vicinanza al nostro istituto e in generale verso chi è in prima linea. Aggiungo una cosa: abbiamo ancora bisogno del vostro aiuto economico. Ci permette di avere attrezzature sempre più complesse - conclude Vaia - strumenti essenziali sia per la terapia che per la diagnosi di un fenomeno che non conoscevamo e che abbiamo dovuto affrontare all'improvviso. Possiamo battere il Covid e con queste donazioni abbiamo un'arma in più».

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