Rapporto Fondazione Allianz:
giovani italiani pessimisti sul futuro

Giovedì 23 Novembre 2023, 09:53 - Ultimo aggiornamento: 11:20 | 2 Minuti di Lettura

I giovani si considerano parte della soluzione

Sono motivati soprattutto dal cambiamento climatico. Il 68% di coloro che sono preoccupati per il riscaldamento globale si sono già impegnati in qualche modo, ad esempio facendo donazioni o firmando petizioni online. Lo studio mostra anche che molti desiderano il cambiamento e sono interessati a impegnarsi, ma sono molto meno quelli che agiscono davvero: Il 56% è favorevole alle proteste di piazza, ma solo poco meno di un terzo vi ha partecipato almeno una volta. Una percentuale considerevole di giovani vorrebbe intraprendere un'azione politica “attiva”, ma trova le strutture politiche di oggi obsolete.

«I giovani in Italia e in Europa sono in una sorta di sala d'attesa per il futuro». È questa la valutazione di Esra Kücük, CEO della Fondazione Allianz. «Almeno due terzi degli intervistati hanno già cambiato le loro abitudini quotidiane, ad esempio diventando consumatori più sostenibili. Circa la metà è pronta a impegnarsi ancora di più per un futuro equo e verde». Secondo Kücük, questo ha un enorme potenziale. «Ma molti sono esitanti, spesso non sanno come impegnarsi. È qui che i politici e la società civile sono chiamati a ricostruire la fiducia e a creare percorsi di coinvolgimento».

Luca Iacoboni, responsabile relazioni esterne e strategia per la decarbonizzazione di Ecco, think tank italiano indipendente per il clima: «I giovani italiani sono preoccupati e disillusi rispetto al proprio futuro, ma allo stesso tempo vogliono migliorarlo. Interessante leggere che il cambiamento climatico non è solo una delle priorità delle giovani generazioni, ma è anche legato a migliori condizioni di vita, un più forte stato sociale e un lavoro soddisfacente. Chi saprà coniugare l’azione climatica con la risposta all’attuale crisi sociale, riuscirà a far superare alle giovani generazioni la disillusione che attualmente esprimono, soprattutto rispetto alla politica dei partiti e alle istituzioni. La chiave per mobilitare le giovani generazioni è riaffermare i diritti “acquisiti” ma declinarli anche secondo la chiave della sostenibilità, assicurando ad esempio a tutti non solo il diritto alla casa, ma una abitazione efficiente e con basse bollette, modalità di trasporto non inquinanti all’interno di città più vivibili e un diritto al lavoro che sia sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale».

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