Milano, l'incontro tra la “Napalm Girl” e il fotoreporter 50 anni dopo lo scatto: «Quella foto mi salvò»

Milano, l'incontro tra la "Napalm Girl" e il fotoreporter 50 anni dopo lo scatto simbolo «Quella foto mi salvò»
Milano, l'incontro tra la "Napalm Girl" e il fotoreporter 50 anni dopo lo scatto simbolo «Quella foto mi salvò»
Venerdì 6 Maggio 2022, 10:49 - Ultimo agg. 7 Maggio, 14:16
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La foto in bianco e nero che gli ha cambiato la vita è diventata il simbolo della violenza di ogni guerra sulla pelle dei più fragili, dei bambini, degli innocenti. Da allora Kim Phuc è la "ragazza del Napalm" ("Napalm Girl") e ora, a 50 anni da quello scatto ha incontrato a Milano il fotografo dell'Associated Press Nick Ut che la scattò in Vietnam nel 1972. Dal 6 al 31 maggio, 61 scatti del fotoreporter sarannno in mostra a Milano per l'esposizione "From Hell to Hollywood" che ripercorre la carriera di Ut a cinquant'anni dallo scatto che gli valse il Premio Pulitzer nel 1973. 

La storia dietro scatto

All'inaugurazione della mostra Ut ha ricordato quella mattina: «Ero sulla 'Route 1' alle 8 del mattino, ho visto tante bombe sganciate vicino al tempio dove si trovava Kim.

Un elicottero ha sganciato due bombe su una pagoda. E subito dopo quelle al napalm. Ho pensato che non ci fossero sopravvissuti, poi ho visto tante persone uscire dal fumo nero: anziani, donne, bambini. E Kim che correva». Quella bambina, che all'epoca aveva 9 anni, non sapeva che da quel giorno, la sua vita sarebbe cambiata trasformandala in un'icona. Oggi a 59 anni e ripercorre la sua vita: «Sono diventata un simbolo della guerra a seguito di quello scatto. È cominciata così la mia vita di testimonianza». La mostra a Milano non è la prima volta in cui Kim Phuc incontra di nuovo il fotografo Nick Ut. Nella stessa esposizione Kim è presente anche in altre fotografie, scattate sia durante la guerra che in un periodo successivo, quando il fotoreporter la incontrò di nuovo ormai adulta.

Kim: «La mia vita dopo la foto, testimone dell'orrore»

«Non so bene come io sia sopravvissuta e come io sia qui. La mia storia è cominciata con un bombardamento e una foto. Io sono solo uno di quei bambini che hanno sofferto e soffrono nelle guerre» ha raccontato Kim. Il suo è stato un lungo percorso, il tempo lungo per elaborare i ricordi traumatici dell'infanzia vissuta sotto le bombe, poi una vita passata a raccontare quell'orrore, nella speranza che nessun bambino viva di nuovo l'incubo che a lei è toccato ma nella consapevolezza che la strada per la pace è ancora tanta. «La prima volta che ho visto la mia foto, con me nuda, sono rimasta scioccata. Mi sono sentita così in imbarazzo, così vulnerabile. In seguito ho affrontato tanto dolore, traumi, incubi. L'arte della vita è vivere con amore, speranza e perdono perché solo questo può davvero cambiare il mondo» ha raccontato Kim. 

Ieri il Vietnam, oggi l'Ucraina: la foto è un messaggio di pace

Ieri il Vietnam, oggi l'Ucraina. Come Kim, 50 anni dopo quello scatto, centinaia di bambini "corrono ancora", continuano a scappare dalle bombe, anche se lontani dagli obiettivi dei fotografi. E per questo quella foto rimane un messaggio tremendamente attuale e importante. «In questi giorni più che mai, questa mostra è importante per ricordare all'umanità la tragedia della guerra. La foto di Kim Phuc torna, a distanza di 50 anni, ad agitare le nostre coscienze. Spero dunque che 'From Hell to Hollywood' possa rappresentare un contributo concreto di Regione Lombardia alla voce universale che oggi chiede insistentemente di far cessare la guerra in Ucraina» ha sottolineato il curatore Ly Thi Thanh Thao. A lui si sono aggiunte le parole di Attilio Fontana, presidente della Regione: «Udiamo ancora l'urlo straziante e disperato di quella bambina, divenuta simbolo dell'orrore della violenza». Per Fontana, «oggi più che mai abbiamo il dovere di aprire gli occhi di fronte a quel grido di dolore, condannando ogni forma di conflitto e adoperandoci, ogni giorno, per la pace». 

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