Contrazioni frequenti, multiple, rapide dei muscoli facciali. Gesti replicati involontariamente. Espressioni e suoni che si ripetono senza averne l'intenzione. Dalle prime fasi della pandemia, specialmente dall'inizio del lockdown, sono molti gli adolescenti - in particolare le ragazze - dal Regno Unito agli Stati Uniti, dal Canada fino all'Australia, che si sono rivolti al medico per l'improvviso manifestarsi di tic associabili alla Sindrome di Tourette.
A causare il fenomeno, secondo più di uno specialista, sarebbe stata l'eccessiva esposizione a video, frequenti online, di influencer con la Sindrome di Tourette, appunto, disturbo neurologico caratterizzato da tic multipli ripetuti. Insomma, secondo tanti professionisti, la sindrome correrebbe sui social, in un vero e proprio contagio, digitale nella sua primissima espressione, ma concreto nelle sue manifestazioni. A dare l'allarme è stato il Wall Street Journal. Negli Stati Uniti, infatti, i centri pediatrici specializzati in disturbi del movimento e sindrome di Tourette, in questo periodo, hanno riscontrato un sensibile aumento di casi di ragazze con tic, peraltro, simili. A fare da trait d'union tra le pazienti sarebbero proprio alcuni video visti su TikTok. Al Cincinnati Children's Hospital Medical Center, si contano, in media, dieci casi ogni mese a partire da marzo 2020: numeri dieci volte più alti rispetto a quelli del periodo precedente alla pandemia. Il trend si conferma anche in altre città. E non solo negli States. Il fenomeno è stato riscontrato pure nel Regno Unito, dove i video con l'hashtag #tourettes, a gennaio, avevano avuto circa 1,25 miliardi di visualizzazioni. Un numero importante, salito vertiginosamente a 4,8 miliardi nei mesi successivi.
Il problema c'è anche nel nostro Paese. «La pandemia ha portato, in generale, a un incremento di casi di disagio psicologico nei giovani, tra autolesionismo, ansia, depressione - spiega Chiara Illiano, psicologa esperta del mondo digitale dell'Ordine degli Psicologi del Lazio - E c'è stato un aumento di tic.
Il social potrebbe essere stato davvero la causa dell'incremento di casi di sindrome di Tourette? «TikTok è il mezzo attraverso il quale, in questo periodo, gli adolescenti si sono tenuti in contatto - prosegue Illiano - non va demonizzato, non è la causa dei tic, è stato il mezzo di diffusione dei video. L'effetto contagio è qualcosa di ben noto, quando si parla di adolescenti. Si pensi anche all'autolesionismo. Il lockdown ha destabilizzato profondamente i giovani». Al di là delle cause che gli specialisti stanno studiando, rimane il tema di come affrontare i nuovi disagi. «La sindrome di Tourette è un disturbo neurologico, che viene diagnosticato dopo un'attenta valutazione. Non tutti i tic sono ascrivibili a tale sindrome - commenta Illiano - è importante rivolgersi a un esperto che possa valutare la situazione e aiutare la persona. In alcuni casi, la sintomatologia può rientrare da sola, non in tutti però, ricorrere a un esperto aiuta a evitare che la situazione si aggravi. Fondamentale è la prevenzione: per i più giovani serve una vera alfabetizzazione digitale».