The Equalizer 3, intervista a Remo Girone: «Con Denzel ad Atrani un set a cielo aperto»

«Bello girare in Costiera. E in albergo a Ravello ho fatto delle foto pazzesche»

Remo Girone sul set di The Equalizer 3
Remo Girone sul set di The Equalizer 3
di Titta Fiore
Domenica 27 Agosto 2023, 08:00 - Ultimo agg. 28 Agosto, 08:11
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Il primo ricordo delle riprese? «Le scale, Atrani è un paese delizioso pieno di scale, anche i camerini erano sistemati su certe scalinate, facevamo su e giù tutto il giorno». Remo Girone è stato la punta di diamante nel cast italiano di «The Equalizer 3 - Senza tregua», il nuovo thriller d'azione con Denzel Washington girato tra la Costiera Amalfitana, il centro storico di Napoli e Cinecittà. Il film, diretto da Antoine Fuqua e prodotto da Sony Pictures e Eagle, nelle sale il 30 agosto, è il terzo e conclusivo episodio delle avventure del giustiziere Robert McCall che, abbandonata la vita di assassino governativo, sogna di trovare un approdo di pace nel nostro Mezzogiorno. Ma le cose prenderanno una piega diversa quando, per difendere i suoi nuovi amici, dovrà vedersela con mafia e camorra. Con Denzel Washington, Dakota Fanning e David Denman un nutrito gruppo di attori italiani come Gaia Scodellaro, Andrea Scarduzio, Andrea Dodero, Eugenio Mastrandrea, Daniele Perrone, Salvatore Ruocco.

E lei, Girone, che ruolo ha?
«Sono un medico di paese, di quelli che hanno visto nascere tutti e conoscono vita e miracoli di tutti.

Un giorno mi capita di curare un americano ferito, Denzel Washington, appunto».

L'ex killer dell'intelligence McCall.
«Che ora, però, lotta per rimediare alle orribili azioni compiute in passato e si consola aiutando gli oppressi. Nel Sud d'Italia sente di aver trovato il proprio posto nel mondo e non esiterà a tornare in azione per liberare la sua nuova comunità dal controllo criminale di un boss».

Com'è stata la collaborazione con Denzel Washington?
«Molto piacevole, è un attore serissimo, concentrato e gli piace improvvisare. Conosce bene la Costiera Amalfitana perché ci va sempre in vacanza, lì si sente a casa».

Per le riprese ad Atrani si è mobilitato tutto il paese.
«Un grande set a cielo aperto, è stato bello. E in albergo a Ravello ho fatto delle foto pazzesche».

Non è il suo primo film americano.
«Vero, ho girato “La legge della notte” con la regia di Ben Affleck e sono stato Enzo Ferrari in “Le Mans 66” di James Mangold».

Metodi di lavoro molto diversi?
«Sono le dimensioni a fare la differenza. Solo il service italiano di “The Equalizer 3” era formato da tre-quattrocento persone, una macchina enorme, e la produzione ha potuto anche concedersi il lusso di tornare in Italia a riprese finite per girare nuove scene. Invece per “Le Mans 66” ricordo che la scena della corsa richiese ben tre settimane di riprese e le auto erano guidate da veri piloti di Formula 1».

Al cinema questa è stata l'estate di «Barbie» e di «Oppenheimer». Solo il grande spettacolo garantisce la sala?
«Non c'è una formula per portare la gente in sala, certo le piattaforme hanno cambiato il modo di fruire film e serie, ma le scene spettacolari avranno sempre bisogno del grande schermo».

Per onorare l'arte dell'attore ha ideato e presiede un premio, il «San Ginesio», appena assegnato.
«San Ginesio è il patrono della gente di teatro e anche il patrono dell'omonimo borgo in provincia di Macerata. Il premio non poteva che nascere lì. Quest'anno lo abbiamo assegnato a Lino Musella e a Sara Putignano, due autentici talenti».

Ora tornerà al cinema?
«Ho dei progetti, ma prima arriverà in streaming su Prime Video una serie con Kim Rossi Stuart in otto puntate, “Everybody Loves Diamonds”, ispirata a una famosa rapina di diamanti avvenuta ad Anversa nel 2003. Una storia d'azione, con risvolti di commedia, che racconta quello che è stato definito dalle cronache il più grande furto di diamanti al mondo e segue uno squinternato gruppo di ladri che, con un piano geniale, riescono ad aggirare sistemi di sicurezza all'avanguardia trafugando pietre preziose per milioni di dollari».

Lei è uno dei ladri?
«Tutt'altro, sono un generale dei carabinieri».

Un bel salto di qualità rispetto al cattivissimo Tano Cariddi della «Piovra».
«Certo, ora sono passato dalla parte dei buoni». 

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