Summer sound per la Romagna, il rap italiano si dà alla beneficenza

Rap campano sugli scudi all'autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola

Summer sound per la Romagna, il rap italiano si dà alla beneficenza
Summer sound per la Romagna, il rap italiano si dà alla beneficenza
di Andrea Spinelli
Domenica 30 Luglio 2023, 08:00
5 Minuti di Lettura

Finora le parole «rap» e «beneficenza», ma anche «solidarietà», erano raramente declinate nella stessa frase. «Summer sound per la Romagna» prova a cambiare le cose, ed in qualche modo anche la percezione dell'universo hip hop italiano, lasciando perdere le pose da micio macho e la «street credibility», i dissing che sembrano faide e le spacconate per scendere in campo accanto a chi ne ha davvero bisogno. I versi, il sound, il flow - attenzione - sono quelli di sempre, nessuno qui rinnega il proprio passato, anzi, ma l'intento è inedito davvero.

Rap campano sugli scudi ieri all'autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola con performance ad alto potenziale di Luché, Geolier e Big Mama coprotagonisti del megashow messo in campo a sostegno delle popolazioni alluvionate con altre presenze importanti come quelle di Sfera Ebbasta, Shiva, Massimo Pericolo e uno stuolo di altri campioni dell'urban italiano.

Gente come Ele A, Finesse, Axell Tony Boy, Digital Astro, ma anche il protopunk Sethu, tutti in scena per una maratona di sette ore nella coscienza che agli eroi dell'hip-hop di casa nostra la sensibilità verso certe cause non viene riconosciuta gratis. 

«Dare qualcosa, fare qualcosa per gli altri ti riempie, ti fa guardare allo specchio più volentieri», ha spiegato Geolier, il giovane re Mida delle rime venuto da Secondigliano: «Trotto a testa in giù per tutto lo stivale senza accorgermi a volte neanche dove sono, da Nord a Sud. Oggi penso che tutti noi sappiamo dove siamo e perché: la Romagna è patrimonio nazionale e noi siamo orgogliosi di dare i proventi di questo concerto per la gente che ha sofferto. Sono emozionatissimo, come se fosse una cosa nuova. Forza Romagna»,

E l'avellinese Big Mama, icona di «body-positivity» anche a Sanremo per il duetto con Elodie nella serata riservata alle collaborazioni, rilancia: «Ho iniziato a fare musica per arrivare alle persone, quindi, per me poter essere presente oggi e dare comunque il mio piccolo contributo ad una cosa che è stata molto più grande di me. Avevo bisogno di far capire a me stessa quanto valessi e l'unico modo che ho avuto per farlo è stato tramite la scrittura, poi la fortuna ha voluto che le mie parole iniziassero ad aiutare anche altre persone. In questa occasione ho voluto portare risultati alla raccolta finale, ma anche gioia, per testimoniare che la musica c'è sempre».

Primo assaggio di festival rap in una stagione che attende a Milano e a Napoli/Agnano il «Marrageddon», kolossal hip hop voluto, ideato e diretto da Marracash, «Summer sound» ha richiamato in autodromo oltre diecimila persone. Non moltissime, complice la concomitanza, a soli 50 chilometri di distanza, del megaconcerto di «Rockin'1000» (sempre pro-alluvionati) all'Orogel stadium Dino Manuzzi di Cesena.

«Chi non ci è passato magari non può capire le difficoltà e quello che si prova a perdere tutto da un giorno all'altro», riflette Luche', leggenda del primo rap newpolitano con i Co'Sang, ma da tempo solista di successo: «Noi ci siamo stati, se non altro per regalare un momento di gioia e spensieratezza a tutti quelli presenti al concerto. Bisogna ripartire dalla normalità, dalle cose che ci fanno stare bene, per ricostruire piano piano una nuova quotidianità. Il dolore non si cancella in una sera, ma la musica può aiutarci a distrarci per un po'». 

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Ma è Sethu a spiegare cosa ha spinto la mobilitazione sua e di tanti altri: «Mandare un segnale dimostrando che pure il mondo artistico si porta dentro un forte senso di collettività», dice. «L'arte, in quanto tale, è vicina alle persone e iniziative del genere mettono in condizione gli autori di veicolare i propri messaggi con un'eco capace di farli arrivare a chi ne ha bisogno. È stato sorprendente vedere la decisione con cui tanti miei coetanei, emiliano-romagnoli e non, si sono buttati nell'impresa di offrire aiuto a chi ne ha bisogno. Da parte nostra, tributare un omaggio a quanti sono in difficoltà significa farlo anche per quelli che si sono precipitati lì ad aiutare».

Non sarà Woodstock, e nemmeno il «Live aid» come stupidi paragoni azzardano, ma è comunque una prima volta, una prova, per le generazioni Zoomers e Alpha. E per i rapper stessi, che, in sintonia con il proposito della maratona sonora, devono trovare un diverso atteggiamento, un diverso dialogo con i propri fan. Non tutti, ad essere sinceri, lo fanno, qualcuno, anzi, si stende sui soliti stereotipi, ma... è bello comunque declinare nella stessa frase le parole «rap» e «beneficenza» o solidarietà. 

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