Un Posto al Sole, anticipazioni: Daniela Ioia e la sua Rosa Picariello. «Gomorra mi ha cambiato la carriera»

L'attrice classe '84 entra nelle case di milioni di spettatori ogni sera

Daniela Ioia e la sua Rosa Picariello
Daniela Ioia e la sua Rosa Picariello
di Alessandra Farro
Mercoledì 10 Aprile 2024, 20:06 - Ultimo agg. 11 Aprile, 07:28
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Profondi occhi castani e lunghi capelli bruni, la napoletana Daniela Ioia, classe ’84, è tra i nuovi protagonisti di “Un posto al sole”, nel ruolo di Rosa Picariello, una ragazza verace, del popolo, che sta riscuotendo grandi conensi da parte del pubblico proprio per la sua semplicità. Il personaggio racconta una storia in cui possono immedesimarsi in molte. Per vivere, fa qualche lavoretto, pulizie in appartamenti facoltosi, ma nutre il desiderio di emanciparsi, tornando anche a studiare.

Non è la prima esperienza in una fiction per Ioia, che nella quarta e quinta stagione di “Gomorra – la serie” ha recitato al fianco di Genny Savastano (Salvatore Esposito) interpretando Tiziana Palumbo, determinata, agguerrita e ambiziosa, un alter ego femminile del boss di Secondigliano. Parte anche del cast de “I bastardi di Pizzofalcone” come Gianna, l’amica di Manù, (Raffaella Di Caprio) e nella terza stagione di “Mare fuori” nel ruolo di Elena, la mamma di Silvia (Clotilde Esposito). Diretta, poi, sul grande schermo da Mario Martone in “Il sindaco di Rione Sanità” e in “La nostalgia”, adesso si dedica al successo di "UPAS" e al suo primo amore, il teatro.

 

Ioia, chi è Rosa?
«È una giovane madre single.

Una ragazza semplice, che vive nel centro storico di Napoli. La sua famiglia ha umili origini e lei fa di tutto per assicurare al figlio un futuro migliore del suo. È forte e sincera, perdutamente innamorata del padre di suo figlio, che, però, non la corrisponde. Questo è motivo per lei di grande sofferenza. È testarda, schietta e molto sincera. Non ha filtri, cosa che alle volte le causa problemi. Il rapporto con la signora Giulia, e un’altra serie di personaggi di Posillipo, le sta aprendo la mente, tanto da rendersi conto che ha le capacità per migliorare se stessa e la sua condizione. Fronteggia tutte le situazioni con coraggio, anche se alle volte si lascia sopraffare da sentimenti negativi, come collera e orgoglio, come accade a chiunque nella vita vera, del resto. Farebbe di tutto per difendere ciò che sente suo e le persone che ama. Lotta per ricostruire la famiglia che avrebbe voluto».

Un personaggio attuale, in cui le ragazze di oggi possono rispecchiarsi?
«Ricevo tanti messaggi da parte di ragazze, ma non solo, anche di ragazzi e di donne adulte che spesso si rivedono in alcune situazioni che vive Rosa e nel suo modo di reagire. In particolare, ci sono state due scene ultimamente molto significative per lei, che hanno smosso i telespettatori. In una, Rosa, sopraffatta dalla disperazione, si inginocchia davanti a un crocifisso e ha uno sfogo molto personale con Cristo. Nell’altra, invece, ha una vera e propria presa di coscienza: le parole le scivolano fuori parlando alla sua competitor amorosa. Alla fine della scena, matura la decisione di diplomarsi. Sono stati due momenti molto interessanti anche da preparare ed interpretare. A chi non è mai successo di chiedere spiegazioni a Dio e dopo un momento di grande sconforto chiedergli: “Perché proprio a me?”. La seconda è stata complicata, perché in una sola scena c’erano tanti sentimenti e passaggi emotivi da sottolineare. Ho impiegato un po’ a prepararmi, ho chiesto aiuto anche Luciano Nozzolillo, il coach che è sempre presente per noi attori. Insieme abbiamo stabilito i vari passaggi ed emozioni da raccontare per arrivare all’obbiettivo della scena: prendere la decisione di migliorarmi. C’è stata tanta collaborazione anche da parte della troupe».

Ci sono punti in comune tra lei e il suo personaggio?
«Pochi, forse un paio: la passione con cui affronta le cose e il suo senso pratico. Per il resto, siamo molto diverse, ma la rispetto e non la giudico. Mi limito a darle vita».

Come ricorda l’esperienza sul set di “Gomorra”?
«È stato lì che ho cominciato a fare sul serio con il cinema e la tv, la mia prima esperienza importante. Il personaggio di Tiziana Palumbo era interessantissimo e pieno di potenziale. Potrei paragonarlo a Saul Goodman di “Breaking Bad”. Una donna d’affari ambiziosa e spietata. Si potrebbe pensare di dedicarle uno spin-off. Ho imparato tantissimo e ho rotto il ghiaccio con la macchina da presa, io che venivo dal teatro. Ho avuto la possibilità di essere diretta dalla Comencini, da Cupellini e conoscere colleghi come Marco D’Amore, Salvatore Esposito e Andrea Renzi, per citarne alcuni».

Lei viene dal teatro: quanto è diverso dalla tv?
«Il teatro è il mio primo amore. Guai se non ci fosse. Mi piace tutto: l’odore di legno e polvere, i camerini, anche quelli angusti, i sipari aperti, il brusio della gente in sala, il caldo delle luci, il silenzio prima di iniziare. Credo che la differenza tra cinema tv e teatro sia sostanzialmente riducibile al mezzo usato per raccontare storie. In teatro c’è una cosa che non ha eguali: la relazione tra attore e spettatore. È uno scambio vivo che crea pathos e adrenalina, che perdura per ore anche dopo lo spettacolo. È un abbraccio grande e profondo che investe l’intera sala, un’onda anomala. Con la tv e il cinema, invece, si crea un rapporto intimo con la macchina da presa. È tutto più piccolo e breve, concentrato. Amo entrambe le cose, non saprei scegliere. Sarebbe come chiedere ad un bambino: “A chi vuoi più bene a mamma o a papà?”».

Altri progetti?
«Sono in preparazione dello spettacolo “Mare di ruggine”, la favola dell’Ilva. È una storia pazzesca, familiare, ma che riguarda tutti noi, tutta l’Italia. È un lavoro al quale tengo tanto. Il testo è scritto dal mio compagno Antimo Casertano, ed è una coproduzione con la nostra Compagnia Teatro Insania, insieme a Ente Teatro Cronaca e Fondazione Solares di Parma. Debutteremo in un importante festival quest’estate, saremo in scena al Piccolo Bellini all’inizio della prossima stagione e speriamo poi in una tournée».

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