Nuova quarantena, serie A salva:
positivo isolato, squadra può giocare

Nuova quarantena, serie A salva: positivo isolato, squadra può giocare
di Emiliano Bernardini
Sabato 13 Giugno 2020, 07:30 - Ultimo agg. 10:09
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La quarantena “cambia” e il campionato può dirsi salvo. Il Cts ha accolto le richieste della Figc che mette così a segno un altro grande colpo. Quello decisivo per chiudere il torneo. O meglio per assegnare scudetto e retrocessioni sul campo. Niente playoff-playout e tanto meno l’algoritmo, a meno di un numero altissimo di contagi. Come cambia la regola. Nessuno stravolgimento. Il positivo verrà isolato. Il gruppo squadra si chiuderà in ritiro, un po’ come accade già ora per gli allenamenti, ma con una differenza sostanziale: potrà comunque giocare le partite di campionato. Dovrà essere negativizzato. Cosa vuol dire? Staff e calciatori la mattina della partita dovranno effettuare un test rapido (risultati in 4 ore) in modo tale da avere la certezza che a scendere in campo siano solo i giocatori “sani”. Chi non risulterà negativo, ovviamente, non potrà nemmeno andare allo stadio. Tramontata l’idea di adottare due tamponi negativi a distanza di 96 ore per tutti gli altri, come garanzia per poter scendere in campo. Una notizia accolta con grande soddisfazione dal presidente Figc, Gravina che l’ha condivisa con il numero uno della Lega di A, Dal Pino. I due hanno lavorato di concerto per portare a casa questo risultato. La curva dei contagi più dolce ha sicuramente facilitato il tutto. Così come i rapporti con il Ministro Spadafora ormai molto più distesi.

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Resta comunque anche l’osservanza dell’attuale protocollo che prevede due tamponi ogni 4 giorni e i test sierologici ogni 2 settimane. Tutto avverrà in un regime di “sorveglianza straordinaria”. E soprattutto aumenta il numero dei controlli. Non mancano però le zone d’ombra. Innanzitutto l’ufficialità del governo che è attesa per oggi. Inoltre da Palazzo Chigi dovrà arrivare la validazione ai test rapidi (Il Ministero della Salute dovrebbe darla lunedì). E poi si sta cercando un ente terzo, capace di agire su tutto il territorio nazionale, a cui affidare i controlli che verrebbero centralizzati. Nessun club agirebbe più privatamente. In questo modo si avrebbe maggiore garanzia dei risultati. Il macchinario (quello della Menarini), tra le sue funzioni, prevede il referto stampato e la condivisione dei risultati in un database, consentendo agli addetti ai lavori, nel pieno rispetto della privacy, di controllare lo stato di salute dei singoli giocatori, ad esempio, prima di una partita. Così un medico esterno e super partes potrebbe dare il via libera per entrare in campo in sicurezza. Standard sempre più alti, che possono andar bene per la Serie A, qualche dubbio in più per B e C.

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Ora l’ultimo nodo da sciogliere resta quello delle partite in chiaro. La questione è più complicata che mai. Mediaset ieri ha presentato un esposto all’Antitrust per “fermare” che alcune gare vengano trasmesse in chiaro (anche solo parzialmente) sul canale Tv8 di Sky. Mediaset ha infatti deciso di passare alle maniere forti e ha presentato un esposto all’Antitrust, lamentando una possibile “condotta anticoncorrenziale e distorsiva del mercato della raccolta pubblicitaria”. La posizione di Mediaset è chiara da tempo: o si dà a tutti i broadcaster la possibilità di trasmettere in chiaro le partite di Serie A, oppure si sceglie una sola emittente a patto però che la trasmissione avvenga senza l’inserimento di pubblicità. Per questo ora si sta lavorando solo sulla riduzione dell’embargo degli highlights. In questo modo Rai e Mediaset verrebbero accontentate e non verrebbero toccati i diritti in chiaro.
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