Salernitana, patto Iervolino-Inzaghi a tavola

Il patron al al Mary Rosy per un'intensa giornata salernitana

Danilo Iervolino
Danilo Iervolino
di Alfonso Maria Avagliano
Giovedì 19 Ottobre 2023, 07:03 - Ultimo agg. 18:16
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Cappellino sportivo con visiera, lenti scure, look decisamente più casual del solito. Danilo Iervolino ieri ha fatto sentire la sua presenza al Mary Rosy in un'intensa giornata salernitana. È la settimana che conduce allo scontro diretto col Cagliari: riunioni tecniche, pranzo con ad, mister e direttore sportivo, infine un'occhiata ai conti in sede sociale a poche settimane dalla convocazione del cda che dovrà approvare il progetto di bilancio al 30 giugno 2023. Niente discorsi alla squadra, neppure incrociati i calciatori. Un quarto d'ora prima di mezzogiorno il presidente è giunto al campo e ha scrutato una fetta di allenamento dal terrazzino dell'ufficio della direzione sportiva, al secondo piano degli uffici prefabbricati recentemente installati al centro sportivo di Pontecagnano Faiano. Poi si è trattenuto un'altra oretta con Milan, De Sanctis, Migliaccio, Lo Schiavo e altri giovani collaboratori dell'area scouting. Iervolino ha ricevuto anche l'ingegnere Antonio Tufano, suo storico collaboratore nel campo dell'informatica dai tempi di UniPegaso. Bollono in pentola progetti e bolliva pure l'acqua della pasta intorno alle 13.30, quando il patron è salito sul van nero che lo ha portato in un noto hotel in zona Arechi, dove ha pranzato con la dirigenza e Pippo Inzaghi. Ha condiviso con lui progetti e soprattutto carica agonistica in vista del match contro i sardi. 

Iervolino si è spesso definito «un tecno-entusiasta».

Stavolta è entusiasta del tecnico perché pensa di aver fatto la scelta giusta; è rimasto colpito dalla grande passione che l'ex bomber sta mettendo e l'ha ribadito a tavola. Più pratica e meno teoria col nuovo allenatore che, a quanto filtra, avrebbe anche diminuito le pretese rispetto ad innovativi (e piuttosto costosi) software calcistici di supporto richiesti dal predecessore. Pare che ieri il discorso sia caduto pure su Simy, giocatore pesante per le casse sociali: recuperarlo significa provare ad avere una freccia in più in campo e soprattutto porre un freno al depauperamento dell'asset. Al momento, i diritti alle prestazioni sportive dei calciatori sono l'unico patrimonio del club, che non ha (ancora) un centro sportivo di proprietà. Da qui l'interesse verso i numeri. 

La Salernitana approverà il progetto di bilancio entro fine mese. Il patron ha voluto personalmente recarsi in sede, al varco 25 dell'Arechi, per fare il punto anche su questo tra passato, presente e futuro. I conti saranno certamente in rosso anche stavolta, più di quelli al 30 giugno 2022: si stimano perdite vicine ai 30 milioni, quasi il doppio rispetto al precedente consuntivo che segnò -16,79 milioni. Nella scorsa stagione l'imprenditore palmese ha garantito ulteriori apporti di capitale per evitare di chiudere anche con un patrimonio negativo, però i soldini si consumano con la gestione e la Salernitana deve pensare pure a fonti di approvvigionamento differenti rivolgendosi al sistema bancario per anticipi dei crediti futuri. Pratiche normalissime e zero preoccupazioni, se non quella di avvicinarsi quantomeno al pareggio di bilancio nel giro di due anni. L'esigenza nasce da lontano, dalla famosa «salvezza del 7%» che, per quanto eroica, costò 45 milioni solo di stipendi. In un mondo come quello del calcio, in cui i ricavi caratteristici (botteghini, diritti tv, eccetera) non bastano per coprire i costi di gestione, si rischia di andare in difficoltà se non si corre ai ripari con un'idea virtuosa. Trasformare i ricavi straordinari in ordinari è l'obiettivo di Iervolino. Il riferimento è alle plusvalenze e ne avrebbe parlato anche ieri ai suoi. Investire su academy e settore giovanile va anche bene ma i frutti si vedono dopo quattro, cinque anni. Farlo in maniera metodica per tirare fuori ogni anno due-tre elementi di prospettiva da cedere per portare i bilanci in utile è quel che il massimo dirigente avrebbe chiesto a Morgan De Sanctis, al netto delle difficoltà con i procuratori e le spese aggiuntive che spesso il loro operato comporta. Va detto che in Italia ci riescono in pochi. Empoli, Udinese, Sassuolo e Atalanta sono esempi validissimi ma non è facile imitarli, soprattutto per chi è entrato nel calcio da poco meno di due anni. Conditio sine qua non per realizzare tutto ciò è il mantenimento della categoria. Anzi, il consolidamento. Inzaghi lo sa, si è subito aziendalizzato ma con passione, sangue, verve. Un grosso aiuto può arrivare dal pubblico, sebbene a tre giorni dal match contro il Cagliari siano solo 15mila (4mila biglietti venduti) i posti già occupati all'Arechi. 

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