Salernitana, Paulo Sousa verso l'addio: «Sereno e consapevole»

A un passo dall'esonero: «Fa parte del calcio, deciderà la società»

Paulo Sousa solo a Monza
Paulo Sousa solo a Monza
di Alfonso Maria Avagliano
Lunedì 9 Ottobre 2023, 08:18 - Ultimo agg. 11:10
4 Minuti di Lettura

Una pacca sulla spalla del diesse prima di salire mogio, trolley alla mano sul bus che ha portato la Salernitana via dall'U-Power Stadium. Paulo Sousa immaginava diverso il giorno delle sue cento panchine in massima serie e invece fa i conti con un destino professionale appeso a un filo. La trasferta monzese ha riservato una scoppola e si è chiusa con un breve colloquio con De Sanctis prima di rientrare.

La proprietà non è felice, la panchina traballa. Il tecnico tiene la testa alta: «La società non mi ha detto nulla, sono sereno e consapevole del lavoro che faccio. La preoccupazione c'è ma fa parte del calcio, si sa. Se operi onestamente, nello sport non devi temere nulla. Sarei più preoccupato per l'essere umano e per ciò che succede in Israele e Ucraina. Per il resto, la società ha il suo metro per valutare i risultati ed è normale che faccia le sue scelte». Non è solo il 3-0 in sé a far arrabbiare Iervolino. Destano perplessità l'aggregato di otto reti subite e nessuna realizzata nelle ultime tre partite, il magro bottino in classifica, l'atteggiamento poco combattivo mostrato nuovamente dalla squadra. Tranchant il commento su quest'ultimo aspetto. «A voler essere onesti, non è oggi che si nota la questione caratteriale.

Tantissimi giocatori in rosa non possiedono questa componente che deve essere determinante in una squadra come la nostra che lotta per salvarsi. Cerchiamo di lavorarci», ha confessato l'allenatore, come per sottolineare la costruzione di una rosa da ricamo, probabilmente proiettata un po' troppo in là con le ambizioni e ripiombata nelle zone in cui bisogna sporcarsi le mani. 

Al netto della nuova stoccata del portoghese, la sua analisi del match: «Non difendo con una zona passiva ma con zona ad ultra pressione. L'obiettivo è cercare sempre di rubare la palla, ci lavoriamo dal primo giorno. Abbiamo provato a farlo anche col Monza ma le distanze enormi che avevamo tra reparti nel primo tempo sono state decisive nel concedere cambi di velocità agli avversari, che giocavano tra le prime due linee di pressione e la nostra difesa. Non sempre abbiamo preso le giuste decisioni e siamo andati in difficoltà. Abbiamo dato agio ai portatori di palla monzesi di guardare avanti e dare mobilità ai trequartisti. Il Monza ha giocato molto di sponda con Colombo agevolando chi proveniva da dietro; ci ha fatto sempre abbassare mettendoci in difficoltà con l'attacco della profondità. Nel secondo tempo, cambiando organizzazione difensiva, siamo stati in partita fino al rigore: i reparti sono stati più vicini, la squadra è stata maggiormente nella metà campo biancorossa e ha creato opportunità per riacciuffare il risultato. Non vincevamo i duelli ma almeno prendevamo dei palloni sporchi che ci portavano in avanti».

La parola fine l'ha messa il 3-0. Molti tifosi hanno lasciato il settore ospiti, a quel punto. Gli altri hanno contestato a fine partita come mai nella gestione del portoghese. «Hanno ragione - ha detto il tecnico - Vorrebbero vedere sempre la squadra vincere, hanno tutto il diritto di esprimere le loro emozioni che sono le stesse nostre. Siamo tristi e amareggiati perché non riusciamo a rendere la nostra gente orgogliosa di noi». Sousa prova a tirare su il morale di una squadra che «suda e lavora, però non ottiene la linfa che solo la vittoria può dare. Bisogna continuare a spingere, i ragazzi sono ambiziosi, ascoltano, cercano di migliorare. Serve cambiare rotta sui risultati» e non concorda con chi parla di approccio arrendevole o di scarsa preparazione atletica: «I dati fisici sono sempre alti, finiamo le partite bene. La prestazione è stata negativa ma vedo margini di miglioramento, sono ottimista. Possiamo essere competitivi se riusciamo a stare dentro la partita ma serve più efficacia». La Salernitana ha segnato solo un gol nelle ultime sei partite, pur con quattro legni in mezzo. Tutto comunque tremendamente inferiore a bisogni e possibilità. L'allenatore non cambia il suo mantra: «Restiamo concentrati su ciò che possiamo controllare. Nello scorso campionato gli episodi non ci condannavano dopo qualche errore, stavolta ci gira male. Vanno integrati i nuovi con quelli dell'anno scorso, qualcuno deve raggiungere il top della condizione. Quando troveremo questo equilibrio, le cose andranno meglio». 

 
Gongola Raffaele Palladino in casa brianzola: «Primo tempo perfetto contro una Salernitana che temevo. Ho chiesto ai miei di non fare come l'anno scorso a Salerno. Doveva essere come una finale e così è stato. Tre punti che valgono tanto, è stata una prova di maturità». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA