Salernitana, Gravina e Petrucci nel ritiro di Rivisondoli: «Così rilanciamo il calcio»

Focus su riforme, diritti Tv e ruolo procuratori

Il presidente Figc Gabriele Gravina con Paulo Sousa
Il presidente Figc Gabriele Gravina con Paulo Sousa
Eugenio Marottadi Eugenio Marotta
Domenica 23 Luglio 2023, 09:03 - Ultimo agg. 19:56
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Le riforme, i diritti Tv, la battaglia ai procuratori. Tanti argomenti trattati ieri sera nella piazzetta Garibaldi di Rivisondoli dove si sono dati appuntamento il presidente della Figc Gabriele Gravina; il membro del CdA della Salernitana e Presidente Federbasket Gianni Petrucci; l'Ad granata, Maurizio Milan; l'avvocato e docente di diritto commerciale Francesco Fimmanò ed il tecnico Paulo Sousa. A moderare l'incontro dal tema «Il calcio di domani», sulle note di una piacevole orchestra jazz, il direttore del L'Espresso, Alessandro Mauro Rossi. Ad organizzare l'evento, la Salernitana di Danilo Iervolino. Il patron non c'era, ma è stato spesso chiamato in causa dai relatori in una piazza piena zeppa di tifosi e spettatori più che interessati.

«Il calcio vivrà un'altra estate abbastanza infuocata. Nel calcio è diminuito il valore della produzione - ha subito acceso la lampadina, il numero uno della Figc - Mi preoccupa molto il rapporto tra il valore della produzione ed il costo del lavoro. Noi ci assumiamo le responsabilità, ma diciamo anche quelle sono in capo al nostro Paese». Una pausa e aggiunge. «Vediamo quello che è accaduto al decreto crescita. Una rincorsa a tesserare sempre più calciatori stranieri. Poi ci sono anche altri temi come quello della rateizzazione che va a vantaggio di alcuni settori, ma ritengo che i problemi non si risolvono rinviando di 5 anni la copertura delle perdite. Una modalità che non tiene conto delle società virtuose. E qui ce n'è una (chiaro il riferimento alla Salernitana ndR). Non è giusto alterare il valore della equa competizione. Qualcuno ci deve seguire e dare un supporto per trovare un atterraggio (due miliardi e mezzo di indebitamento) affinché tutte le società siano messe nelle condizioni di partecipare allo stesso modo alle competizioni». Infine un passaggio sulla riforma delle licenze Uefa. «Siamo a buon punto. Le nostre licenze nazionali sono un anno avanti rispetto alla Uefa. L'obiettivo è quello di inserire nuove norme, moderne, innovative e di equilibrio nei massimi campionati europei. Massima attenzione al rapporto tra valore della produzione e costo del lavoro. Io andrò a meta nel più breve tempo possibile, indicando una visione che oggi non c'è. Il nostro calcio naviga a vista. Non ha una visione e perciò paghiamo tante riunioni. Si discute ancora dei diritti: sono le risorse fondamentali per mandare avanti il mondo calcistico. È evidente che bisogna procedere con le riforme. Abbiamo chiuso il campionato a giugno con due immagini: una società che vince il campionato, Il Lecco ed una che saccheggia lo stadio perchè retrocessa (il Brescia). Immagine strana: oggi il Lecco è in C ed il Brescia in B. dico che è stato lanciato un messaggio che è contrario ai valori dello sport». Gli fa eco, Gianni Petrucci. «Il calcio è una malattia, ma una bella malattia. Il momento è difficile e la politica è fondamentale per lo sport, per il calcio. Purtroppo non si è ancora arrivati al decreto collettivo. Le società sono in difficoltà: è giusto togliere il vincolo collettivo, ma bisogna dare i tempi tecnici.

Sono d'accordo sulle riforme, Gravina sta lavorando molto seriamente in un momento molto difficile».

L'avvocato Francesco Fimmanò va subito dritto al punto della battaglia procuratori. «Non abbiamo nulla contro gli agenti, ma certamente facciamo attenzione al conflitto di interessi. Per il decreto legislativo 37 noi abbiamo un nuovo rapporto giuridico. Si tratta di una messa in contatto: questa figura giuridica deve fare gli interessi di tutte le parti in campo. I parametri zero non sono più tali. Siamo passati dalla sentenza Bosman al paradosso che la proprietà di un giocatore non era più della società che lo aveva pagato, ma paradossalmente del procuratore». L'Ad Maurizio Milan rincara la dose, toccando anche il delicato argomento dei diritti Tv. «Operiamo in un contesto malato. La lega calcio mi sembra il luogo della non decisione, della palude. Così come i diritti Tv che restano un tasto dolente che accompagna non tanto Gravina quanto Casini. Si deve trovare quella stabilità ed apportare un modello in cui noi crediamo e pensiamo di essere lungimiranti. Senza compromessi che ci vengono costantemente chiesti». Last but not least, il tecnico della Salernitana, Paulo Sousa: «La crisi non è solo economica, ma anche di valori - ha detto l'allenatore portoghese - Tocca a noi fare riemergere certi valori. Sopratutto sulle nuove generazioni. Se ci riusciamo avremo modo di vedere un calcio migliore in futuro». 

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