Al bel Napoli di Walter Mazzarri è legato il ricordo della più polemica edizione della Supercoppa, istituita nel 1988. Fu quella dell'11 agosto 2012, giocata a Pechino, perché allora il forte business calcistico era in Cina. Sconfitta contro la Juve di Antonio Conte, che il giorno prima aveva ricevuto la squalifica di 10 mesi per una vicenda di calcioscommesse (una omessa denuncia ai tempi del Siena, sanzione successivamente ridotta a 160 giorni), ai tempi supplementari per 4-2. E fin qui niente di strano, considerando la forza dei bianconeri, campioni di Italia usciti imbattuti dal precedente campionato. Ma fu la trasferta delle polemiche, appunto.
Prima della partita, la Juve fece sapere che due osservatori di Mazzarri erano stati scoperti nei pressi del loro campo di allenamento. L'accusa di spionaggio venne respinta al mittente. Poi, in campo, momenti molto forti, con le proteste nei confronti dell'arbitro Mazzoleni - da quel momento entrato in una sorta di lista nera sicuramente per la tifoseria azzurra e forse anche per il club - per le espulsioni di Pandev, Zuniga e Mazzarri e per una direzione definita senza giri di parole pro Juve.
Digerita quell'amarezza, Mazzarri avrebbe brillato anche in quella stagione con il Napoli, lottando per lo scudetto grazie al super bomber Edinson Cavani, capocannoniere del torneo. A fine anno, sia lui che il Matador si sarebbero congedati: l'uruguaiano diretto al Psg e il tecnico all'Inter, non senza uno strascico polemico perché De Laurentiis - dopo averne quasi deciso l'esonero due anni prima perché seccato dai contatti con la Juve - gli offrì pochi minuti prima della penultima partita di campionato il rinnovo. Si sarebbero ritrovati dopo dieci anni e l'esonero di Garcia.