Milan-Napoli è Leao contro Kvaratskhelia: la sfida delle stelle

Sono i simboli-giovani del big match di San Siro

Khvicha Kvaratskhelia
Khvicha Kvaratskhelia
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Sabato 10 Febbraio 2024, 08:30 - Ultimo agg. 18:10
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Khvicha Kvaratskhelia e Rafa Leao, uniti a Milano. Però nei dubbi e nelle inquietudini. Uno, il georgiano, è tornato al gol dopo due mesi di astinenza ed è in attesa della nuova sistemazione in campo di Mazzarri perché contro il Milan non giocherà da ala, ma molto vicino alla prima punta. L'altro, il portoghese, ha un broncio senza fine perché pare ancora a metà del tunnel: per trovare traccia dell'ultima sua rete, bisogna risalire a settembre. Un'era geologica per un tipo come lui. Sono i simboli-giovani di Milan-Napoli, gli eredi (in qualche modo) di quella supersfida che regalava gloria e scudetti negli anni 80. Sono i due uomini-copertina, anche se le pagine delle proprie stagioni non sono brillanti. Anzi, hanno un bel po' di ombre, di incertezze, di passi falsi e di passaggi a vuoto. Che ai campioni non vengono perdonati. De Laurentiis incalza gli agenti di Kvara perché adesso ha fretta, vuole brindare il suoi gioiello, probabilmente uno dei fiori all'occhiello della sua gestione quasi ventennale. Si siederanno attorno a un tavolo a fine aprile, per discutere del nuovo rinnovo. Perché Kvara sarà al centro del progetto Napoli. Come lo è Leao che ha firmato da tempo un invidiabile prolungamento fino al 2028. Ma ha iniziato la sua stagione, senza mai dare vere soddisfazioni. E poco importa se il milanista sembra in una fase di depressione. I disagi dei due in campo sono palpabili, per ambientamento complicato nel gioco dei rispettivi tecnici e sue condizioni psicofisiche non ottimali. 

Domani sera potrebbe essere una festa, una specie di adunata dell'orgoglio.

Ma il destino, un po' scelto e un po' patito, è sempre un destino d'ombra. O forse no, forse questo stato d'animo tormentato è il presupposto per essere ogni volta i più decisi, i più duri. Certo, davvero sono i due più attesi: con Leao che strappa applausi, ma è inghiottito da una crisi di gol che lo sta incupendo. Stanno vivendo un'annata particolare: anche Kvara ha interrotto le polemiche dopo la magia con il Verona, dopo che aveva segnato al Cagliari. Non va in gol in trasferta da Bergamo. Tutti e due, campioni veri, danno sempre l'impressione di essere fortissimi ma incompiuti o incompresi. Hanno in comune di essere talenti troppo geniali per il calcio computerizzato di adesso, che non può fermarsi ad aspettare le loro giocate né può tollerare i loro periodi di oblio. Motivo per cui, entrambi hanno accusato le critiche che sono piovute addosso in questa stagione. Su Kvara, domani sera, si poggiano tutte le grandi ambizioni di grandezza di Mazzarri. Ma lo stesso vale per Leao: un gol al Napoli per dare un calcio alla crisi nera. Una partita per ricominciare una nuova vita. Non c'è dubbio che i due diano da sempre una certa eccitazione nelle rispettive tifoserie. Tante le cose che hanno in comune, compresi i difetti: Grande velocità, fortissimi nell'uno contro uno ma forse entrambi devono ancora imparare a giocare per il compagno. 

«Perché rido quando insultano me? È il mio modo di vivere, di combattere le persone che sono contro di me, è un modo per far vedere che io non ho bisogno di parole». Leao non segna dal 23 settembre (dalla gara contro il Verona, la quinta giornata) mentre in Champions ha realizzato la rete bellissima con il Psg. Ma il gol più bello lo ha già realizzato fuori dal campo: perché non si sottrae mai quando c'è da dare un calcio alla discriminazione e al razzismo. Come ha fatto a Udine, quando si è schierato al fianco di Maignan. E lo stesso vale per Kvara è tornato al gol in campionato dopo quasi due mesi ma che sui social non perde occasione per mostrare la sua vicinanza alle battaglie politiche di Tblisi e dei georgiani che sognano l'ingresso nella Ue. Due simboli di giovinezza e brillantezza. Sia pure mostrata a fasi alterne. Pioli dice: «Vero che non segna, ma fa un sacco di assist». Mazzarri dice: «Lo devo spostare al centro, perché lì ormai tutti sanno come si muove e lo fermano». E Rafa Leao non lo vive, almeno a parole, come un angoscia il fatto che non riesca a segnare. Spiega: «La mia squadra mi sostiene, anche l'allenatore. Quando vado in campo cerco sempre di aiutarli anche quando non faccio gol. Lo so che responsabilità ho ma non ho pressioni, sono tranquillo. Penso di fare sempre il meglio ogni partita, prima la squadra e poi le individualità». 

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