Napoli, operazione Supercoppa: prima notte a Riad al Four Seasons Hotel

In palio c'è un premio da 8 milioni di euro

Khvicha Kvaratskhelia all'arrivo a Riad
Khvicha Kvaratskhelia all'arrivo a Riad
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Lunedì 15 Gennaio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 20:01
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De Laurentiis e Mazzarri seduti uno a fianco all'altro, gomito a gomito, nel lungo volo che ieri ha portato a Riad. Hanno chiacchierato, sorriso, approfittato per fare il punto anche sul mercato. Il presidente a suo agio, Walter magari un pochino più imbarazzato. Forse, per entrambi, è il caso di riavvolgere il nastro. Sono felici di essere qui, pensando a come stavano le cose appena un paio di giorni fa: non ci fosse stato quel gol di Rrahmani alla Salernitana, forse ora questa scena sarebbe impossibile. Ma la verità è che trovare un'alternativa sarebbe davvero complesso. Di questi tempi. Chissà. Di sicuro, Mazzarri non gode dell'immunità a tempo indeterminato e un altro passo falso avrebbe portato De Laurentiis a prendere posizione. Non solo il ritorno di Garcia, ma magari un altro assalto a Tudor (tra restare disoccupato e venire a Napoli potrebbe aver cambiato idea) o la soluzione di aggrapparsi a Fabio Cannavaro. Oppure dare carta bianca a Conte senza se e senza ma. Non è un momento semplice, questo: ma la classifica respira un poco, con il pari della Fiorentina (2-2 con l'Udinese) che accorcia le distanze dalla zona Champions, ora a -3. 

De Laurentiis ha il presentimento, forse meglio dire il terrore, di dover cambiare ancora. È l'ultima cosa al mondo che vorrebbe fare, anche per l'amicizia che lo lega a Mazzarri.

La vittoria di sabato è una liberazione perché consente di parlare della Supercoppa che è alle porte e del futuro che d'improvviso comincia ad assumere tonalità leggermente più rosee. Il discorso è legato anche agli infortunati. Il Napoli ha portato con sé Meret, Cajuste e Olivera: nessuno dei tre andrà in panchina, neppure in caso di finale. Con Cajuste che deve fare ancora gli accertamenti del caso per capire la gravità dell'infortunio. Appena tornerà a parlare, De Laurentiis dirà cosa pensa di questa manifestazione che si gioca in Arabia. Ovvero che era profondamente contrario (ieri anche Maurizio Sarri ha usato parole velenose contro la Lega Calcio). Non arriva un Napoli al completo, anzi è una squadra ancor più decimata. Zielinski, dopo essere andato in tribuna sabato pomeriggio, non ha avuto bisogno di un ulteriore chiarimento con Mazzarri: ha parlato con lo staff medico che già sabato sera era sicuro che il polacco si sarebbe regolarmente aggregato per l'Arabia. E così è stato. Tenendo conto che Cajuste non è recuperabile, almeno è un'arma in più. Per il Napoli l'appuntamento di Riad non è fondamentale, anche se in palio c'è un premio da 8 milioni di euro. E in ogni caso, vincere significa conquistare un altro trofeo e con la «new era» che tanto piace al marketing dell'ultima generazione, allo stesso tempo, significa allargare i propri orizzonti commerciali. 

Il Napoli ha due piani di rientro: se perde con la Fiorentina, giovedì sera, il charter decollerà per l'Italia il giorno dopo. Il quartier generale è al Four Seasons Hotel, a Kingdom Center: a meno di una decina di chilometri dal King Saud University Indoor Stadium, dove si gioca la Supercoppa. I campioni d'Italia hanno avuto il diritto di prima scelta della sede, proprio in virtù del titolo conquistato. Nel sopralluogo fatto dallo staff azzurro ci sono state perplessità per le condizioni dei campi di allenamento: ma lo scorso anno, nel ritiro turco di Antalya, pure ci sono state lamentele per la scelta delle strutture. Il problema degli infortuni non viene risolto, il gioco che si era intravisto a Madrid e anche con l'Inter non si è mai più notato, Mazzarri non è stato in grado di gestire l'emergenza con scelte tattiche e tecniche sempre appropriate. Peraltro, i giocatori non nascondono il fastidio per il ritiro a Pozzuoli della scorsa settimana. Lo hanno vissuto come un dispetto che non meritavano. Inoltre, alla vigilia di un altro ritiro a Riad di almeno sei notti. Ed è un discorso che potrebbe essere affrontato nel quartier generale arabo, al primo incontro con De Laurentiis. Perché la squadra era contraria al ritiro, nonostante i tentativi di farlo passare come una scelta condivisa.

 

Intanto, sul tavolo c'è già un'idea per il futuro: quello di provare a convincere Francesco Sinatti a tornare nel club azzurro dopo l'Europeo in Germania. Il preparatore atletico ora con Spalletti in Nazionale ha lasciato il Napoli con il cuore a pezzi. Davanti a un'offerta potrebbe cercare l'ok anche per provare a ricoprire un doppio incarico. Solo ipotesi, ma i continui richiami di Mazzarri ai problemi di tenuta atletica (con chiarissime frecciate a Garcia) lasciano intendere che c'è un problema ancora irrisolto. E che si trascina con l'estate. E il rimpianto è di aver lasciato andare Sinatti, che aveva un destino contrattuale slegato a quello di Spalletti. Ma restare a fare il secondo di Rongoni era una cosa inaccettabile. 

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