Il ritorno di Demme, in corsa per un posto in Supercoppa

Demme
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Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Domenica 14 Gennaio 2024, 21:18 - Ultimo agg. 15 Gennaio, 07:05
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L’inverno di Demme dura da due anni e mezzo: si fece male a luglio del 2021 in amichevole con la Pro Vercelli. Erano i giorni del passaggio di consegna da Gattuso (per cui era un intoccabile) a Spalletti, che stava costruendo la grande bellezza.

Esplode Lobotka e Demme finisce nel dimenticatoio. Passa dalle 57 presenze con Ringhio in un anno e mezzo alle 32 gare con il tecnico che ha portato il Napoli nella leggenda. Demme è in un limbo, un cono d’ombra sospeso tra ciò che non è potuto diventare e ciò che non sarà più.

Avrebbe voluto dare una mano nel momento di crisi anche a Garcia, ma il francese - aziendalista e di parola - aveva garantito a De Laurentiis che lo avrebbe ignorato.

E così ha sempre fatto. Mazzarri non può farlo: ha la squadra decimata e ha bisogno di Diego.

Non è un caso che il Maradona si infiammi per un “Diego”. Peraltro Demme si chiama così proprio in onore del grande Pibe de Oro. Il padre, calabrese, è un tifoso azzurro. E Demme, allora capitano del Lipsia, decise di lasciare la Germania per approdare al Napoli, proprio per rispetto del suo papà. «Avrei fatto qualsiasi cosa nella vita pur di indossare questa maglia», disse al suo arrivo. Ma ha dimostrato che quelle parole d’amore non erano solo chiacchiere al vento: testa bassa e pedalare, per farla breve. E ha mandato un messaggio ai compagni. Mazzarri, con il suo ingresso, con la sua mossa quasi disperata, ha guadagnato autorevolezza. Come giocare con lui? Il 4-2-3-1 sembra la mossa della disperazione, ma potrebbe essere la sorpresa di Coppa Italia. Una suggestione. Ma a Demme serve un premio.

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