Osimhen e Kvaratskhelia, fine del letargo: il Napoli ora crede nella Champions

«Complimenti per questo ben risveglio», twitta ADL

Khvicha Kvaratskhelia esulta con Victor Osimhen
Khvicha Kvaratskhelia esulta con Victor Osimhen
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Giovedì 29 Febbraio 2024, 07:09 - Ultimo agg. 1 Marzo, 07:27
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Tornano irresistibili Osimhen e Kvara. «Complimenti per questo ben risveglio» scrive al 90’ De Laurentiis mentre si prepara ad andare a Londra e per questo non è a Reggio Emilia. Il risveglio significa che il Napoli, il suo Napoli, è reduce da una lunga dormita. Come il letargo Osi e Kvara sono la coppia d'oro del Napoli. E sono quelli che fanno le fortune degli uomini in panchina. Mister 120 milioni di euro da quando è tornato dall'Africa ha segnato cinque reti, Kvara si è scosso avendolo al suo fianco. Una settimana da raccontare, per Victor: la rete al Barcellona, poi quella al Cagliari e la tripletta (la seconda in carriera) al Sassuolo. Perché i due, insieme si completano. Sei gol ai rossoverdi, una meraviglia. Il nigeriano e il georgiano fanno stretching contro il Sassuolo: sarà l'aria dell'Emilia, ma i difensori finiscono come sotto a un rullo al loro cospetto, come quando s'infila la pasta nella macchina per fare le tagliatelle specialità della zona. Nella comoda discesa del Mapei Stadium (la sera è fredda e piovosa, ma per il Napoli è come se fosse primavera), i due ricordano al mondo chi sono: hanno una capacità di attesa lenta e di agguato rapido. Duttilità tattica continua. E poi quel gigante che somiglia a uno dei bronzi di Riace che al primo pallone che arriva fa gol. Hanno incantato l'Italia appena dieci mesi fa, non era possibile che fossero spariti. 

Victor Osimhen è il terzo giocatore nella storia del Napoli ad andare in doppia cifra di gol in 4 stagioni di fila in Serie A, dopo Diego Armando Maradona (tra il 1984/85 e il 1987/88) e Attila Sallustro (tra il 1929/30 e il 1932/33).

Non è poco, anzi è roba da grande campione. Il fatto è che quando affronti Osimhen non sa mai come metterti: qualunque cosa decida l'avversario, lui l'ha già compresa e rovesciata. E quando gioca così bene, non puoi che avere rimpianti per quello che non ha dato fino ad adesso. In termini di prestazione sempre altalenanti. Ma Kvara e Osi hanno vissuto i novanta minuti più belli da quando Spalletti è andato via. E proprio sul campo del Sassuolo, dove un anno fa avevano stregato con due gioielli che erano ancora davanti agli occhi dei tifosi napoletani. La curva li ha acclamati senza sosta, in 8 mila al Mapei Stadium per la squadra nona in classifica. Qualcosa è cambiato in sette giorni di allenamento, come se i vecchi codici fossero riattivati: solo una sensazione ma quei due (con Politano scatenato) si muovano con efficacia ai quattro angoli del campo, riuscendo a far girare il pallone con rapidità, seguendo (finalmente) uno spartito dietro cui si intravede un lavoro, persino uno studio da parte del nuovo allenatore. Era dalla notte con l'Ajax ad Amsterdam che il Napoli non segnava sei gol fuori casa: Champions Legue, il 4 ottobre 2022. Ed è bello che il risveglio, per dirla alla De Laurentiis, arrivi nella notte in cui molti erano in tremula attesa di chissà quali altri disastri. E invece, riecco il Napoli. Osi si consacra come il migliore dei centravanti della serie A: chissà cos'avrà nel cuore, e da quanto tempo, questo stranissimo fanciullo-uomo che sa bene che a fine anno andrà via. Ma di sicuro ha il gol nell'anima. Quel che conta è che ora pensino solo al Napoli, da qui a maggio. E lo dicano pure ai loro procuratori: c'è tempo per i rinnovi e per cercare un nuovo inizio altrove. Ma alla fine del campionato. 

 

Matteo Politano non ha segnato, ma ha servito due assist nel momento chiave della rimonta. Fondamentale, vitale. «Ci voleva una partita così, a livello mentale serviva vincere una gara in questa maniera: eravamo tranquilli e sereni. E si è visto». Esalta i suoi compagni d'attacco: «Victor ci è mancato tanto, con lui è tutto più semplice. E Kvara per noi è fondamentale. Sappiamo di essere forti anche se avevamo perso un po' di autostima. Calzona è il terzo allenatore di questa stagione, la scelta migliore visto che conosceva già l'ambiente e ha fatto vedere subito qual è il suo stile di gioco». 

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