Raspadori, Napoli ha il bomber di scorta: segna e fa segnare

Niente turnover col Milan ma tanti big sono stanchi

Jack Raspadori
Jack Raspadori
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Giovedì 26 Ottobre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 27 Ottobre, 11:19
4 Minuti di Lettura

Ora tornare sulla terra, anzi sulle zolle del campionato, tutte ancora da dissodare. «Bravi i miei ragazzi, vincere in Champions non è mai semplice». Rudi Garcia si scopre condottiero da social e invia alla squadra i complimenti attraverso Instagram. Ha letto le critiche sul gioco dell'Olympiastadion e s'affretta a mettere le cose a posto. Al suo posto. «Voglio la stessa grinta vista con l'Union contro il Milan». Se vincere è l'unica cosa che conta e allora non può che essere contento di averlo fatto con Raspadori in versione prima punta. L'autunno è un periodo magico per Jack: segnò 4 gol ad Ajax e Rangers Glasgow lo scorso anno (oltre che con l'Italia) e un anno dopo è di nuovo decisivo. Ben trovato Giacomino, ammesso che se ne sia andato per davvero. Non ha chissà che media realizzative, ma in ogni caso alla prima da titolare colpisce e affonda. E con un Kvara spesso imprendibile e leggiadro, ispiratore delle azioni più nitide. 

È il ragazzo della porta accanto.

A un figlio delle scuole calcio, verrebbe voglia di dire: parla come Raspadori, muoviti come lui, comportati in maniera umile come fa Jack. È tornato da Londra mercoledì alle 15 e alle 17 era già a Castel Volturno ad allenarsi in vista della maglia da titolare a Verona. Premiato. Nessun turnover, Simeone s'arrangi. Rispetta le regole, i codici di comportamento: è evidente che ha da tempo una propria dimensione. È costato 35 milioni di euro e dunque mai ha pensato di essere un bomber di riserva. Ma con Osimhen là davanti non c'è alternativa: o giochi altrove o aspetti. E la bravura sta nel cogliere l'attimo: la prima da titolare in Champions e la prima rete pesantissima. Che vale la quasi qualificazione con il grappolo di milioni che porta in dote. Lui è l'anti-Osimhen: non è social, non fa mai polemiche, non ha mai un gesto di stizza. Fisicamente, poi, sono come il giorno e la notte. Ma quando non c'è il nigeriano, è luiil naturale vice. E non il povero Cholito. Con il Milan non torna nulla in ballo: le gerarchie sono chiare. 

 

 

Con Raspadori in campo, Garcia era certo di poter trovare, a Berlino, una nuova strada, più moderna, per coniugare risultati e spettacolo, non limitandosi soltanto a vincere (ma se è l'unica cosa che conta, basta dirlo) e provando ad affermare un'ipotesi di dominio internazionale che iniziasse proprio da un calcio d'attacco. Con un falso nove che gioca ovunque. Raspa non ha avuto molti palloni, anzi ne ha avuto pochi. E tramutare in oro l'unico assist, dopo oltre un'ora di attesa, non è cosa di poco conto. Oggi c'è la ripresa, in vista del Milan che è crocevia vero dei sogni scudetto: e bisogna comprendere se quello che conta, per Garcia e per De Laurentiis è vincere o provare a giocare bene. Sia chiaro: i tre punti non sono un noioso dettaglio ma è evidente che non sempre può arrivare un successo tirando solo una volta in 95 minuti. Comunque Raspadori è il migliore compagno che si possa avere in una squadra. Ora bisogna capire se Garcia andrà avanti così o proverà a cambiare con il Milan (difficilmente lo farà). Certo nelle scelte il francese si sta dimostrando un integralista: la gara in Germania consigliava un turnover, perché i big sono stanchi. Lo sono Lobotka, Di Lorenzo, Politano. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA